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Brunetta: Rai, “Governo Renzi non attua legge su trasparenza e su tetto compensi”

 

“Il governo Renzi le sta provando tutte pur di non dare attuazione a quanto previsto dalla legge in tema di trasparenza dei compensi per quanto riguarda la Rai. Nel rispondere alla mia settima interpellanza urgente sul tema, l’esecutivo ancora una volta ha dato risposte evasive, omissive e false, dichiarando che è in atto un’importante riflessione sul tema della trasparenza, da inserire nel nuovo contratto di servizio tra la Rai e il Mise, attualmente in definizione.

Chi crede di prendere in giro il governo? Di quale riflessione filosofica parla? La normativa vigente, il contratto di servizio, in prorogatio e il nuovo contratto di servizio che si sta da tempo definendo, già prevedono, senza ulteriori giri di parole, la trasparenza individuale, non aggregata, di tutti i compensi, cioè la pubblicazione del costo annuo del personale comunque utilizzato dalla concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo, compresi naturalmente i lavoratori dipendenti, i dirigenti e le star della tv pubblica.

Siamo stufi degli imbrogli del governo che con inutili chiacchiere ad oggi continua a dire che attuerà, anzi peggio, rifletterà se attuare oppure no quanto già previsto, ormai da anni, dalla legge.

Sulla questione del tetto per i compensi dei dirigenti, se possibile, l’esecutivo è ancora più reticente, nascondendosi dietro non meglio specificate ragioni economico-finanziarie per giustificare il chiaro escamotage, attraverso il quale la Rai, di fatto, aggira la legge.

La tivù di Stato non è una banca, né tantomeno un fondo di investimento, pertanto l’emissione di strumenti finanziari, seppur legittima, non costituisce certo il suo business principale e non può essere utilizzata come pretesto ad hoc per aggirare la norma che fissa in 240 mila euro il tetto per i compensi di tutti i dirigenti pubblici. La Rai non fa eccezione ed è inaccettabile ricorrere a degli espedienti, come l’emissione di un bond.

Non chiediamo altro se non il rispetto della legge. La mia battaglia non si ferma: si dia attuazione al più presto e senza ulteriori ritardi alla piena trasparenza dei compensi Rai e non si giustifichino deroghe compiacenti al tetto dei 240mila euro annui per il compenso dei dirigenti della tivù di Stato”.