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IL CROLLO DEL PD – Marino non è solo Marino. Marino è il Partito democratico. Marino sono le primarie. Marino è il crollo del mito della società civile “de sinistra”

 

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L’esperienza Marino è stata consegnata alla storia. Le sue dimissioni rientrano ora nell’albo delle sconfitte di un mondo culturale e dei suoi retaggi. Ciò che è accaduto ieri ci auguriamo cambi profondamente il profilo politico della “sinistra” italiana.
Un fallimento, una delusione, che la società civile “de sinistra” difficilmente riuscirà a metabolizzare. Una tragedia politica sulla falsa riga della storica esclusione di “Rifondazione comunista” e quindi del bertinottismo dal Parlamento nel 2008.
Paragoni e similitudini che si ripetono, con un risultato finale mai diverso dal precedente. La sinistra nelle sue molteplici sfaccettature né esce sempre sconfitta. Sconfitta politicamente, culturalmente e moralmente.
La morale, ne hanno voluto fare il loro marchio di fabbrica, profetizzando modelli comportamentali piatti e asettici, frutto di una presunzione innata che è stata la principale causa del loro fallimento. La vicenda Marino è un’ammissione di colpe a tutto tondo.
Ieri quando il chirurgo genovese ha finalmente annunciato il suo addio, attraverso quel video pregno di luoghi comuni, bugie e falsità, ha preso voce in realtà tutta la sinistra italiana. Una sinistra alla disperata ricerca di una giustificazione. Lo scarico recidivo delle proprie colpe sulle spalle altrui, o nella peggiore delle ipotesi il saltellare sopra le proprie malefatte fino a seppellirle.
Marino non è solo Marino.
Marino è un minuscolo tassello di una struttura che pian piano verrà giù. La coperta inizia ad essere troppo corta per il Partito democratico e con l’inverno alle porte il freddo ci rivelerà la verità. Un modus operandi fatto di sotterfugi, una coabitazione del malaffare, un intreccio armonioso con le solite cooperative rosse, lo spettro della gioiosa macchina da guerra cingolata e baffuta di Occhetto e di D’Alema.
Il Pd è questo; il Pd sono le primarie all’acqua di rosa, primarie facilmente manipolabili, o più semplicemente primarie fallimentari. Un atto osceno votato fintamente al politicamente corretto, una farsa teatrale dove il palcoscenico è il grande contenitore del Partito democratico e al di sopra si esibiscono gli animi di Caino e Abele, o meglio di Caino e Caino.
Marino è il prodotto di questa sintesi diabolica. Un agglomerato numerico senza qualità, una triste guerra intestina votata alla partecipazione collettiva. Ma quando si è senza cuore e si è mossi da un testardo senso di rivalsa si è predisposti al fallimento.
Marino nel video con cui ieri ha reso note le sue dimissioni, ci ha deliziato, speriamo per un’ultima volta, delle sue enormi falle caratteriali, della sua predisposizione al “dispettuccio”, della sua incapacità morale e etica.
Un marziano senza cuore pulsante, senza sangue caldo nelle vene, che attraverso ragionamenti freddi e opportunistici ci tiene a ricordarci come le sue dimissioni abbiano una scadenza.
La speranza è che non si prefigurino le condizioni politiche affinché il suo mandato possa proseguire, ciò vorrà dire che avrà fatto i nomi di coloro che come lui si sono macchiati indelebilmente di disonestà.
Il Pd trema, i romani e gli italiani pure. Mai più Marino, mai più Renzi, mai più Pd.

Stefano Peschiaroli
@StePeschiaroli