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CAOS GIUSTIZIA – La distanza abissale tra Paese reale e ossessioni dei Pm. Occorre la necessità di aggiornare la legge sull’uso delle armi in caso di violazione di domicilio. Difendersi è un diritto, non una pena da espiare

 

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Non stiamo parlando di gossip, non è cronaca da dare in pasto ai leoni o leonesse dei talk show. Qui parliamo della sicurezza più intima e più viscerale delle persone, persone che in alcuni casi potrebbero essere i nostri cari.

Quello che è accaduto a Vaprio D’Adda è solo l’ultimo caso di una lunga serie di tentativi di furto nelle abitazioni degli italiani.

Episodi anche violenti che spesso hanno inflitto a chi li ha subiti, oltre ad un danno materiale, anche un danno fisico dovuto a violenze e percosse.

Lo spunto che ci ha fornito il viceministro della Giustizia, Enrico Costa, è sicuramente calzante. I rapinatori, balordi criminali, hanno cambiato il loro modo di agire e hanno saputo adattarsi alla deriva violenta che il mondo contemporaneo offre. Non più la paura che all’interno dell’abitazione ci possa essere il legittimo proprietario, in compagnia dei propri familiari, bensì la brutale presunzione di essere un criminale. È questa la loro motivazione principale, che volenti o nolenti li spinge a portare a termine la loro ignobile azione.

Premesso che non ci sia nulla di più violento che profanare l’intimità delle persone, questi ex topi d’appartamento, ora considerati dei professionisti dello svaligio, antepongono la riuscita del colpo anche alla loro stessa incolumità.

Vuoi vedere che detto comportamento è giustificato dalle enormi falle che presenta il sistema di giustizia italiano in merito ai casi di legittima di difesa o presunta tale?

Ovviamente questa autotutela zoppa riesce a sopravvivere soltanto in Italia; all’interno del nostro impianto giuridico c’è infatti l’assenza di una previsione scusante nel classico caso di omicidio per paura. Una paura, in termini giuridici, meglio nota come turbamento o panico.

 

Logiche conseguenze emotive di chi sorprende in casa propria dei malviventi intenti a rubare, magari proprio a pochi metri dal lettino dove riposano ignari i figli.

In quasi tutte le grandi democrazie occidentali, è riconosciuta la non punibilità dell’omicida, che con il suo gesto non ha fatto altro che difendersi.

Già, perché ciò che i Pm dovrebbero comprendere, è che il ricorso alla difesa dovrebbe essere un diritto e non una pena da espiare. Le loro ossessioni, quelle dei Pm sia chiaro, sono mosse dalle solite fibrillanti ragioni sinistre, veti culturali che cancellano qualsiasi forma di tutela verso il patrimonio. Che sia una casa o una macchina.

Il povero pensionato brianzolo era al terzo furto nel giro di pochi anni, cosa mai avrebbe dovuto impedire una sua reazione, volta ad impedire la salvaguardia della propria dimora dinanzi all’ennesimo tentativo di furto?

La pietà cristiana è insita nel nostro codice genetico, ma tutto ha un limite. Ed è per questo che ci auguriamo che il governo possa presto varare delle nuove misure che legittimino l’uso delle armi in caso di violazione di domicilio, che sia un bastone o una rivoltella.

Già questo potrebbe rappresentare un deterrente nei confronti dei malintenzionati.

Stefano Peschiaroli
@StePeschiaroli