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LEGITTIMA DIFESA. Ci vuole una legislazione più chiara. Che consenta davvero la legittima difesa! Quella attuale, condita dalle opinioni di alcuni giornali e giornalisti, la fa sembrare quasi un reato

 

LEGITTIMA-IN-DIFESA

Le discussioni sulla legittima difesa scandiscono ciclicamente la vita politica e sociale del nostro Paese. Il tema è come un nervo scoperto nella società italiana e ogniqualvolta viene sollecitato, si alza un polverone di opinioni che poco c’entra con il comune sentire e pensare della maggior parte dei cittadini.

Lo abbiamo visto nell’ultima settimana con la vicenda del pensionato che ha ucciso con un colpo di pistola il ladro sorpreso in casa propria.

La maggior parte dei cittadini, nelle strade, nei bar, alla macchinetta del caffè si è schierata dalla parte del pensionato, ma i media hanno annacquato la vox populi, sporcando il concetto stesso di legittima difesa e relegandolo al rango di azione sconsiderata,  sgradevole, moralmente inferiore. È il classico gioco di quell’inguaribile sinistra, alimentata dall’odio verso la piccola borghesia e il ceto medio, che deformando fatti e trame rende spregevoli le vittime costrette a difendersi dai malfattori, e così le assimila ai propri distorti pensieri. In un tema come quello legittima difesa, già carico di insicurezze e di paturnie per i cittadini, il gioco è molto pericoloso perché amplifica le insicurezze ed i dubbi. La violazione della proprietà, la violenza nelle case, l’invasione criminale della intimità della vita familiare sono argomenti che spaventano chiunque. Eppure, si instilla il dubbio anche nell’esercizio della legittima difesa.

Il nodo cruciale è  la legislazione attuale. Una legislazione incompleta, fragile, lacunosa.

Riporto 3 passi significati che centrano bene la questione:

“So bene che la vita è, non solo dal punto di vista cattolico, ma anche laico, un bene prezioso, anteponibile a ogni altro bene. Ma so anche che la mia vita e quella della mia famiglia sono superiori a quella di chi voglia aggredirci e derubarci, penetrando nottetempo in casa mia. So anche che, sostenendo ciò che sostengo, incorrerò nella condanna di qualche anima pia e di qualche pasdaran di sinistra. Ma è ciò che penso, e non vedo perché mai dovrei rinunciarci per restare ossequiente a una forma di politicamente corretto che, in tal caso, mi fa semplicemente ribrezzo…”.

(Piero Ostellino, “Il Giornale”)

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“Che diritto ha lo Stato di punire la reazione a un crimine che Lui, Stato, non è riuscito a impedire? Può lo Stato processare un cittadino vittima dell’incapacità collettiva a prevenire il crimine? Ecco il problema. Un codice impostato su questi principi eviterebbe gli equivoci che stiamo soffrendo. Se lo Stato ha il dovere di impedire i furti, le rapine e le violazioni di domicilio, è lui, Stato, a dover dimostrare di aver mantenuto i patti, prima di punire chi si è difeso da un’aggressione ingiusta. Ma la strada è lunga, perché l’idea liberale ci è ancora estranea”.

(Carlo Nordio, “Il Messaggero”)

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“Proteggere i propri beni non è un delitto. Il problema non è «farsi giustizia da sé» ma impedire sia commessa un’ingiustizia. Se ciò impone l’uso di un’arma, pazienza. Meglio un ladro steso che un cittadino onesto al cimitero”.

(Vittorio Feltri, “Il Giornale”)

Se lo Stato non sa, non può o non riesce a difenderci, che ci sia almeno concesso di salvarci la pelle!

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato