Socialize

GOVERNO. Alfano via da Forza Italia per finire nelle mani di Renzi. Triste epilogo di un diversamente finiano. A meno che mercoledì…

 

 ALFANO FINI

Per capire che cosa si muove nella testa – se ne ha e se è la sua – di Matteo Renzi, conviene leggere il suo cantore. Vale a dire l’evangelista Curzio, che lo descrive come il Messia e ne racconta parabole e miracoli. Su “Repubblica” di oggi Curzio Maltese ha due frasi lapidarie. Racconta della Convenzione del partito democratico, dove si sono esibiti i candidati segretari. E, a nome di Renzi, la chiama “Circonvenzione”. Un po’ perché è un circo dove si esibiscono lanciatori di coltelli e pagliacci. Un po’ anche e soprattutto perché lì si pratica la circonvenzione di parecchi soggetti.

 

Infatti Renzi racconta che non farà cadere nessuno, che tutto va bene benissimo, e Letta è un suo amico. Dunque nemmeno la pattuglia del Nuovo Centro Destra deve stare in pensiero, e può stare tranquilla al suo posto, dove siede compatta su molto burro. Poi Curzio Maltese dice la verità più ovvia e che avevamo già capito da un tot: “Il Rottamatore manderà a casa l’intero gruppo dirigente e insieme a quello il governo delle larghe intese, meglio se subito, in modo da votare a primavera, con qualsiasi legge elettorale”. Ancora: “Se proprio si deve trovare un punto in comune tra i discorsi dei tre candidati alla segreteria del Pd, distanti anni luce, questo è l’ostilità nei confronti di un governo incapace”.

 ALFANO RENZI

A questo punto appare velleitario e patetico il tentativo di Alfano, riferito sempre da “Repubblica”. Sarebbero cinque punti per “un patto” con Renzi così da durare per un anno. 1) Via il Porcellum, 2) Alt bicameralismo, 3) Tagli di spesa pubblica per dieci miliardi, 4) Abbattere il debito pubblico, 5) Salario di produttività. E che risponde Renzi? Non lo fa neanche di persona. Il quotidiano di Ezio Mauro e De Benedetti constata con godimento che trattasi di “rispostaccia vidimata da Renzi” e pronunciata da tal Mario Nardella: “Noi siamo 300 e loro 30. Pronti a incontrarli e a verificare i programmi”. Abbiamo il terrore che Alfano gli risponda: “Uè, siamo trenta ma siamo tutti ministri, viceministri e sottosegretari”…

 

Insomma, per garantire la stabilità Alfano ha rotto con Berlusconi consentendo che decada amabilmente, e si è messo nelle mani di Renzi, con un colpo d’astuzia, essendo noto che Renzi è l’uomo più stabile del mondo (nei suoi disegni ambiziosi di potere). “Il Giornale” ha definito Alfano “diversamente finiano”. E i flussi dei sondaggi tra Alfano e Fini sono identici, come identiche sono le profferte di patto con la sinistra. Destini paralleli, a meno che Alfano rinneghi il rinnegamento della sua storia… E venga mercoledì con noi.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 25 novembre 2013”

 

SFIDUCIARE BERLUSCONI CONVIENE? La parabola di Fli nei sondaggi