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THE END AD ‘OMBRE ROSSE’. Le ragioni del nostro “no” al governo e alla Legge di Stabilità. Per il bene degli italiani

 

 LETTA ALFANO

 

La nostra posizione non c’entra niente con il finish di Renzi. Il nostro è piuttosto un sonoro “The End” al film di Ombre rosse che in questi ultimi mesi il governo Letta ha proiettato sullo schermo degli italiani. Che non hanno intenzione di sorbirselo oltre. Non c’è possibilità per noi di accettare la Legge di Stabilità così com’è stata formulata nella sua versione finale, propostaci ieri sera.

 

Questa Legge di Stabilità è un imbroglio. Contiene nella sua pancia, mascherata con una nuova sigla (Iuc), la bomba che farà saltare gli equilibri dei già magri bilanci delle famiglie di ceto medio. È una patrimoniale occulta, fin troppo facile da disvelare. Nel 2014, se passerà la sua proposta, il governo sfilerà dalle tasche degli italiani dieci miliardi in più di tasse sulle abitazioni rispetto a quelle versate quest’anno. Non in nostro nome! Non con il nostro sì! Spieghiamo il tutto nei dettagli in altro articolo, con i numeri e le virgole, su cui non ci facciamo certo prendere in giro dai contabili di Saccomanni. Qui vogliamo alzare lo sguardo sul dato politico e di realtà grande come una montagna. Il nostro no, il passaggio all’opposizione di Forza Italia ha la forza della buona fede e della coerenza.

 

Si è mutata l’essenza del governo, il suo Dna è stato modificato radicalmente. Un processo partito dalle pressioni del Partito democratico che in realtà non ha mai lealmente voluto sottoscrivere la premessa di fondo, cioè la necessità della fine della guerra civile fredda, la legittimazione reciproca, che ovviamente passava attraverso la stima verso i rispettivi leader.

 

 

tHE eND

Ripercorriamo per telegrammi questi sette mesi di governo Letta.

 

1. Dopo i sessanta ridicoli giorni di Bersani a caccia di grillini, a base di sue lusinghe e di pernacchie in replica, nasce la maggioranza di larghe intese. Tre punti. Pacificazione nazionale, sviluppo contro austerità cieca, grandi riforme.

 

2. I primi tre mesi consentono di conseguire nostre vittorie significative con l’abrogazione dell’Imu sulla prima casa, la riforma di Equitalia e altro ancora. Dalla parte della sinistra, si spinge il governo alla cassa integrazione in deroga, alla tutela dei precari. Ci sta, nella logica di coalizione.

 

3. L’equilibrio si spezza dal 19 giugno. La sentenza della Corte Costituzionale che boccia il legittimo impedimento di Berlusconi, di fatto aprendo la strada alla condanna definitiva di Berlusconi. Il Pd coglie il segnale. L’asse del governo si sposta a sinistra.

 

4. Con la sentenza della Cassazione, Epifani, segretario Pd, che tronfio e paonazzo esibisce in diretta televisiva il piatto con la testa di Berlusconi, afferma che il Senato provvederà subito ad applicare la decadenza. È il primo agosto. E qui c’è la fine di fatto della maggioranza di larghe intese.

5. La Legge di Stabilità, le posizioni dei ministeri economici sono da quel momento drasticamente contro il ceto medio e sposano in pieno la logica del tassa-e-spendi, statalista e assistenzialista.

6. Il Partito democratico, nel silenzio complice del governo, rifiuta a priori qualsiasi argomento per negare l’applicabilità della Legge Severino in senso retroattivo. È un crescendo di illegalità. Diventa visibile l’abbraccio tra magistratura politicizzata, sistema finanziario-mediatico di sinistra. Sono le premesse del Golpe che scatterà con il voto di decadenza del leader di centrodestra.

 

7. Il 2 ottobre con la dichiarazione dei 23 potenziali senatori scissionisti, inizia il corso di una nuova maggioranza di piccole intese, un governo di minoranze, con l’asse spostato a sinistra in senso economico e sociale. Sia chiaro, non per la difesa dei ceti deboli, ma per la punizione dei ceti medi, e la loro forzosa proletarizzazione.

 

8. Sono respinti gli appelli alla coscienza di Silvio Berlusconi che chiede il rinvio del voto così che siano esaminate le nuove “carte americane” che documentano inoppugnabilmente la sua innocenza.

 

9. Oggi. Prima che si voti la decadenza, arriva la fiducia sull’imbroglio di una Legge di Stabilità che ripristina e peggiora le imposte sulla casa del governo Monti. Per noi “The End”. Il film “Ombre Rosse” deve andare a casa.

 

10. Vorremmo a questo punto proporre una riflessione all’amico Angelino Alfano. Che senso ha restare in questa maggioranza e in questo governo? Esso era nato sulla base della pacificazione nazionale. Visto com’è andata? La pacificazione nazionale era il terreno idoneo per costruirci sopra una nuova architettura di Stato, compresa l’imprescindibile riforma della giustizia. I contenuti dell’azione in economia avrebbero dovuto capovolgere la filosofia dell’austerità, evitando nuove tasse (sentinelle antitasse!). Questo non si è realizzato e le larghe intese sono morte e sepolte. Quali grandi riforme sono possibili? Piccole intese, piccole riforme e tutte di sinistra.

 

Coerenza, Angelino! Per noi, il Letta-Alfano è The End!

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 26 novembre 2013”