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Perché questa copertina. Non muoio neanche se mi ammazzano

 

Mattinale in lutto

 

Qualcosa di spoglio, scorticato. I sentimenti ed insieme un giudizio. Siamo desolati, ma non dispersi. La copertina di questo “Mattinale” vorrebbe dir così. È trasparente di noi stessi, che siamo circa dieci milioni.

La voglia di incidere su una lapide l’amarezza, il dolore, l’indignazione. Questo è sicuro. Attenti però. A questo ci vorrebbero ridurre i nemici, che dopo vent’anni di guerra sono riusciti ad assestare il colpo più duro, l’estromissione da Parlamentare, indicandone la ragione in una indegnità che invece è solo di chi la attribuisce a Silvio Berlusconi.

 

Per questo noi vogliamo esprimere qui una certezza vitale. Berlusconi, il Presidente Silvio Berlusconi, ha subìto un assassinio politico ma è tutt’altro che ucciso. Tempo fa, in un’intervista a “Panorama”, prevedendo questo giorno orribile, è riuscito a regalare a se stesso e a noi un filo di autoironia. Ha citato Giovannino Guareschi e ha detto: “Non muoio neanche se mi ammazzano”.

 

Un fatto è certo: hanno ammazzato la sua figura istituzionale, la lama del boia travestito da Camera Alta del Parlamento ha decapitato il Senatore Berlusconi. La sua personalità di leader, la sua essenza di guida di un popolo e di protagonista storico no senz’altro. Il Senato vorrebbe che recitassimo l’Ode di Manzoni: “Ei fu, siccome immobile”. Non va bene né il “fu” né l’ “immobile”. C’è ed è capace di suscitare un movimento, che siamo noi.

 

Insomma, la democrazia è stata vilipesa, si è sfregiata la reputazione di un uomo perbene, di un tipo eccezionale, ma abbiamo una certezza di resurrezione. Nulla di mistico, per carità. Una cosa molto piana, molto semplice, molto materiale. È il leader che vincerà le prossime elezioni. Più resurrezione di così…

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PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 27 novembre 2013”