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BERLUSCONI. La democrazia è decaduta a rango di cameriera della magistratura (democratica), ma gli italiani sapranno restituirle dignità con il voto

 

 

La democrazia oggi è decaduta al rango di cameriera della magistratura (democratica). In pratica il secondo comma del primo articolo della Costituzione va sostituito.

 

Diceva fino a ieri:

 

 

 

 

 

“La sovranità appartiene al popolo”.

 

Oggi la Costituzione materiale, come si dice per giustificarne gli sbreghi, suona così:

 

“La sovranità appartiene al potere giudiziario”.

 

Non dovrebbe esistere, dovrebbe chiamarsi “ordine giudiziario”. Invece è un potere devastante, a cui la sinistra politica, editoriale, finanziaria si è legata in patto ventennale.

LA GUERRA

 

 

Non stiamo interpretando, ma costatando. La guerra dei vent’anni non è un’invenzione retorica, è la realtà di date, perquisizioni, processi. Il conto arriva a cinquantasette processi contro Silvio Berlusconi. Infine uno è andato in porto. E la sinistra, usando una legge incostituzionale, la trasforma in mannaia politica. Con una intenzionalità tragica e un risultato ancora più tremendo: uccide la reputazione di un singolo (che è la cosa più preziosa in uno Stato di diritto) ed insieme affossa la democrazia. Che senso ha una democrazia il cui gioco è falsato con l’eliminazione pratica e operativa del massimo leader di una delle due squadre in campo. Il campionato è nullo.

 

Ridiciamo in poche frasi il nostro atto di accusa, il nostro impeachment morale del Senato.

 

1) La decadenza di un senatore dalla sua carica è un atto politico. Non c’entra nulla con l’applicazione meccanica di una legge, altrimenti non ci sarebbe bisogno di esprimersi con un voto. Il voto per sua natura implica libertà di valutazione e di comportamento. Contraddice la dignità di un uomo essere chiamato a un esercizio dove gli è vietato esercitare il libero arbitrio e la valutazione di coscienza. Tanto più quando tale voto si vorrebbe predeterminato da una decisione che provenga dall’esterno.

 

 

In pratica da Antonio Esposito, il presidente della sezione feriale della Corte di Cassazione. Quel giudice Esposito che ha persino scritto una prefazione entusiasta ad un libro che teorizzava l’esistenza di un doppio Stato, per cui Andreotti e Cossiga hanno voluto far uccidere Aldo Moro, è lo stesso che con la sua sentenza ha decapitato il legale rappresentante in Parlamento di dieci milioni di persone.

 

 

 Berlusconi

 

2) La sinistra nella sua doppiezza ha con una mano stretto la nostra nella fiducia delle larghe intese, con l’altra mano ha impugnato il coltello per tagliarci la gola politica, morale, esistenziale, affettiva. E pretendeva da noi che ci unissimo nella doppiezza. Non siamo così noi. Purtroppo nostri amici, pur essendosi battuti contro la decadenza, però non hanno voluto sanzionarla moralmente e politicamente, confermando la permanenza in una maggioranza che per sua natura implica fiducia, o almeno adesione a comuni valori di fondo. Quali? Caro Alfano, caro Lupi, rispondete per favore. Noi non capiamo.

 

 

 

3) Si tratta no di seppellire la democrazia, ma di farla risorgere. Per vie pacifiche, come sono nella nostra natura di moderati e di liberali, chiederemo al più presto il consenso al popolo per sanare il golpe. Alle forze disgraziatamente golpiste non intendiamo opporci imitandone l’illegalità, ma confidando nel buon senso degli italiani, colpiti dalla testimonianza di dignità alta e serena che in questa vicenda di efferata violenza Berlusconi ha dato, dà e darà.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 27 novembre 2013”