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OMICIDIO STRADALE. Perchè l’emendamento Sisto-Biasotti-Occhiuto è giusto

 

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Il decreto legislativo sull’omicidio stradale dovrà (ri)tornare al Senato. Il governo è “andato sotto” sull’emendamento 1.7 a firma Sisto-Biasotti-Occhiuto (FI). Slitta così l’approvazione definitiva, che il governo dava per scontata. L’emendamento di Forza Italia è, al di là delle strumentalizzazioni e dei giudizi politici, un emendamento all’insegna del buon senso, votato, a scrutinio segreto con 247 sì e 219 no, nonostante il parere contrario del governo. La proposta azzurra prevede sostanzialmente che  “il conducente che si fermi e occorrendo presti assistenza a coloro che hanno subito danno alla persona, mettendosi direttamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall’incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose, non è soggetto all’arresto stabilito per il caso di flagranza di reato”. Un passaggio fondamentale che ha invitato l’intera Aula ad una profonda riflessione sull’applicazione pratica del testo di legge così com’era, senza l’emendamento azzurro. Tant’è che espressioni politiche eterogenee hanno trovato una forte convergenza sulla disposizione perchè, se da un lato c’è la volontà di discutere ed approvare un testo che migliori la situazione del far west stradale, dall’altro c’è la necessità di evitare che le conseguenze di questo testo siano negative sia per la sicurezza stradale stessa, sia per le persone coinvolte. Il testo giunto alla Camera poneva in essere il rischio serio che le vittime degli incidenti stradali non vengano soccorse, per la paura, di chi investe, di essere immediatamente arrestato. L’emendamento 1.7 reintroduce le tutele previste dal precedente testo di legge prima del passaggio al Senato. Nella discussione generale i firmatari dell’emendamento si sono concentrati su 2 aspetti fondamentali: il buon senso e l’incostituzionalità. L’emendamento a firma Sisto-Biasotti-Occhiuto approvato dall’Aula, infatti, modifica la disposizione, introdotta dal Senato, (che abrogava l’articolo 189, comma 8, del Codice della strada),  cercando di porre rimedio allo stralcio della norma operato dal Senato, e stabilendo che il conducente che si fermi e, occorrendo, presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona, mettendosi immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall’incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose (escludendo quindi l’omicidio), non è soggetto all’arresto stabilito per il caso di flagranza di reato. La modifica tenta quindi di porre rimedio ad una grave incongruenza introdotta nel testo. Se una persona ha un incidente e sa che è previsto l’arresto obbligatorio, con la norma approvata dal Senato, era praticamente incentivato a scappare. Prestare assistenza significava infatti essere arrestati. Scappare, invece, significava comunque evitare l’arresto in flagranza. I quesiti sollevati in Aula dai detrattori dell’emendamento sono facilmente confutabili nella misura in cui si voglia far prevalere semplicemente la sicurezza e la vita di chi è vittima di un incidente stradale all’ottusità di chi vuole far approvare questo provvedimento così com’era per ragioni prettamente politiche. Quale logica seguono coloro che sono contrari all’emendamento? Cioè se c’è una persona ferita in strada per causa mia, io fermandomi posso evitare che la persona perda la vita, ma rischio di essere arrestato? E fuggendo via evito l’arresto, ma aumento le probabilità che la vittima perda la vita? L’azione dei deputati azzurri è un puro e semplice richiamo alla logica, alla coscienza di ciascun parlamentare, indipendentemente dall’appartenenza: la necessità di garantire chi si ferma per soccorrere chi è ferito è un diritto proprio umanitario, protetto dalle leggi internazionali e il testo, così com’era, rischiava fortemente di negarlo. Coloro che ne fanno una questione meramente politica, di numeri, di maggioranza (e sono tanti, basta guardare giornali e telegiornali di oggi) non hanno a cuore il bene, la salute e la sicurezza dei cittadini. Il governo, battuto, si preoccupa ora semplicemente del cronico problema politico dei numeri della maggioranza, scagliandosi contro coloro che hanno approvato l’emendamento, attingendo alla demagogia più scadente.

Ma la tutela, la sicurezza e la certezza del diritto per i cittadini devono sempre rimanere in primo piano. Basta demagogia, basta campagna elettorale, basta dichiarazioni politiche su un provvedimento fondamentale. È lo stesso On. Sisto a dichiararlo: “L’applauso di Forza Italia in Aula dopo l’approvazione del mio emendamento alla legge sull’omicidio stradale non va strumentalizzato. La nostra reazione è stata di soddisfazione perchè abbiamo evitato un errore e migliorato il testo proprio in favore di chi rimane ferito in un incidente stradale. Non si può disincentivare, con la previsione dell’arresto, l’adempimento del dovere di prestare assistenza ad un ferito. Il soccorso va incoraggiato perchè può aiutare a salvare delle vite. Il Parlamento, approvando un buon emendamento, è stato capace, nonostante i numeri del governo, di correggere un inaccettabile errore e, contestualmente, di dimostrare la sua autonomia e indipendenza”.

Danilo Stancato

Twitter: @DaniloStancato