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POLITICA. Pacta sunt servanda, ma senza pacificazione è impossibile lavorare insieme

 

bERLUSCONI LETTA

Il patto, il nostro patto con gli elettori. E un altro patto, il patto per la maggioranza di larghe intese, da Berlusconi fortemente voluto, fondato sulla pacificazione. Senza pacificazione, che è qualcosa che attiene ad un piano che viene prima delle ricette della politica, ed è morale, non esiste possibilità di lavorare insieme. La pacificazione suppone il rispetto della storia e dei valori dell’altra parte con cui si stabilisce un’alleanza. Americani, inglesi e sovietici – che poi sarebbero tornati avversari e persino nemici – quando erano insieme in lotta contro il nazi-fascismo non cercarono di ammazzare gli uni il capo degli altri.

 

 

Esistono lealtà, pacta sunt servanda, buon senso, diritto, responsabilità. Esiste tutto quello che attiene alla sfera della logica e della morale per giudicare come insostenibile la teorizzazione della decadenza di Silvio Berlusconi da senatore.

Implica la negazione della premessa decisiva per cui si sta insieme al governo. Per comprendere con che razza di gente abbiamo a che fare basti leggere la dichiarazione di Felice Casson, capogruppo del Partito democratico nella Giunta per le elezioni del Senato, per giustificare la rinuncia al voto segreto: “Il voto sulla decadenza di Berlusconi non riguarda la persona, ma solo il Senato che deve fare pulizia al suo interno espellendo chi si è macchiato di gravi reati”.

 

 

E’ una frase stalinista, evoca la “scopa di ferro” con cui liquidare i nemici del popolo e i sabotatori. Figurarsi se per personaggi di questo stampo (non a caso esponente di Magistratura democratica) le persone siano qualcosa. Non esistono, sono sassolini da eliminare da parte del collettivo. Nulla ha da dire al riguardo il premier Letta? In fondo è un suo autorevole compagno di partito… Per noi giustizia ed economia sono due facce della stessa medaglia. Non sono scomponibili lealtà e governabilità, diritto e stabilità. A proposito…

 

 

La legge di stabilità per il momento è piuttosto instabile, cioè provvisoria. Lasciamo perciò il giudizio, senza sposarlo, ma per conoscenza, agli opinionisti e alle parti sociali. Non sono entusiasti, anzi. Noi insistiamo e insisteremo perché all’organismo debilitato dagli antibiotici si diano vitamine, o se volete cambiare immagine, senza offendere i vegetariani, bistecche. Davvero non è pensabile – a mano a mano si avvicina la data dei voti dell’aula, e si precisano le posizioni, tutto si fa più nitido – poter separare i piani dell’alleanza di governo dall’ alleanza morale, senza di cui non si offende solo la persona, ma si minano le fondamenta del vivere civile. Dinanzi a questo sistematico fuoco amico, così pervicace da somigliare alla volontà di sfregio, registriamo una marmorea unità. Non ci sono uccelli che si sfidano tra loro, artigli contro beccucci, o cose simili, ma una coesione affettiva ed effettiva intorno a Silvio Berlusconi, come documentiamo più avanti.

 

“Spes contra spem”, diceva Paolo nella lettera ai Romani. E pure noi speriamo contro ogni speranza. Dunque non rinunciamo a credere in una resipiscenza, esistono le coscienze ed esiste la libertà. In fondo, il pittore comunista Renato Guttuso ha intitolato uno dei suoi quadri più belli proprio così: “Spes contra spem”. E Guttuso era amico di Napolitano.

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 16 ottobre 2013”