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Prima vittoria di Forza Italia, ma i giornaloni non ci vogliono stare

 

 Forza Italia

C’è stata una vittoria politica ieri. Abbiamo segnato un punto importante, che dimostra la serietà delle posizioni politiche di Forza Italia, ma soprattutto va a beneficio della credibilità delle nostre istituzioni democratiche. Diamo volentieri atto di questo al Quirinale. Perché qui ci tocca rimarcare qui la nostra iniziativa sottolineando l’aggettivo possessivo? Banale. Perché c’è stato un furto nella notte. I giornaloni invece di prendere atto della realtà, e della lealtà del Presidente Napolitano che ha cambiato idea dinanzi alle argomentazioni dei parlamentari di Forza Italia, hanno capovolto la dinamica dei fatti.

 

Alla fine, a leggere i loro resoconti, la nostra delegazione è stata rappresentata come una scolaresca a lezione, che arrivata con velleità di ribellione se n’è uscita dal Quirinale bacchettata e disciplinata. La verità preme e costringe alla rettifica, anche per dare al Capo dello Stato l’onore che merita. Dinanzi all’osservazione, fatta dal ragionier Letta e ribadita dal medesimo Napolitano, secondo cui la fiducia, ottenuta subito sul maxi-emendamento, sanava il governo e la maggioranza, noi abbiamo obiettato. Un conto è il voto e la fiducia su un provvedimento, altro è quello sulla natura del governo. Le larghe intese non ci sono più. E non basta che Letta presenti, quando sarà pronto, un contratto dettagliato e concordato con la “nuova maggioranza”. Intanto occorre un passaggio parlamentare per prendere atto del fatto che quel governo e la sua maggioranza sono morti.

 

Discontinuità, signori! La democrazia e la Costituzione impongono che un governo e una maggioranza fatta di minoranze, e cioè un ossimoro vivente, prendano atto di non sussistere. Ed invece di fare un inchino alla Germania e ai poteri forti della magistratura, della finanza e della editoria, lo facciano dinanzi alla realtà. E cioè ai cittadini italiani che hanno votato altro da Letta, Alfano ed Epifani. Dopo di che il Quirinale, una volta che la Consulta si sia espressa sulla legge elettorale, dia in tempi tecnici la voce al popolo sovrano.

 

E con quale legge elettorale? O viene decisa unanimemente in tempi brevi oppure ci si vada con il Porcellum emendato, che è pur sempre la legge che per due volte ha consentito l’elezione di Napolitano al Colle. E delegittimarla totalmente implicherebbe a rigore di rifar tutto, ma proprio tutto.

 

FORZA ITALIA A NAPOLITANO: DECADENZA BERLUSCONI VIZIATA DA GRAVISSIME FORZATURE, APRIRE FORMALMENTE CRISI GOVERNO

 

 

FI2

 

Una delegazione di Forza Italia, formata dai due capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani, dai vicepresidenti di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Simone Baldelli, dai presidenti di Commissioni, già ministri, Nitto Palma, Altero Matteoli, Giancarlo Galan, Elio Vito e dai vice presidenti vicari dei gruppi, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, ha incontrato questo pomeriggio il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Nel corso dell’udienza, durata dalle ore 17.00 alle ore 18.30, sono stati affrontati alcuni temi considerati dai rappresentati di Forza Italia fondamentali per la vita democratica del Paese. I capigruppo Brunetta e Romani hanno illustrato al Capo dello Stato la situazione che si è venuta a creare dopo il voto sulla decadenza del presidente Silvio Berlusconi, atto finale di un percorso viziato da gravissime forzature procedurali e regolamentari nella Giunta delle elezioni di Palazzo Madama, e in particolare dall’aberrante decisione della Giunta per il regolamento di procedere con una votazione sulla decadenza a scrutinio palese. Sono stati segnalati i comportamenti inaccettabili messi in atto dal presidente del Senato, Pietro Grasso, durante la seduta che ha votato la decadenza del senatore Berlusconi, comportamenti che hanno evidenziato inaudite forzature delle quali è stato informato il Capo dello Stato. Durante l’incontro è stato trattato in modo approfondito il tema dell’uscita di Forza Italia dalla maggioranza che aveva portato alla nascita del governo Letta. La delegazione di Forza Italia ha manifestato al presidente della Repubblica la necessità di un’apertura formale della crisi di governo, con le dimissioni del presidente del Consiglio, Enrico Letta, nelle mani del Capo dello Stato, per affrontare in Parlamento la nuova situazione che scaturisce dalla fine del governo delle larghe intese. La piattaforma politico programmatica che era alla base della costituzione del governo di larghe intese aveva la stessa maggioranza con cui si era avviato in Parlamento il percorso delle riforme istituzionali. Un processo di discontinuità che coinvolge l’esistenza del governo non può non avere lo stesso tipo di influenza per quanto riguarda l’iter delle riforme. Per gli esponenti di Forza Italia il contesto che si è realizzato non può essere archiviato con la fiducia ottenuta al Senato dal governo sulla legge di stabilità. Un voto su un singolo provvedimento, seppur importante, non può bastare a decretare la fine di una grande coalizione e la nascita di qualcosa che con quel progetto politico non ha nulla a che vedere

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 29 novembre 2013”