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CLUB FORZA SILVIO. Punta d’acciaio del nostro forcone contro il potere dei nemici della libertà

 

 

SCENDI

In termini calcistici si direbbe tridente. Ma è tridente anche nel senso del forcone. Ma sì, infilziamo questa crisi di rappresentanza politica, questa depressione economica, la demoralizzazione che prende alla gola gli italiani. Questa è oggi Forza Italia, e sempre più si configurerà in questa maniera. Un movimento-partito di attacco, che punta a battere gli avversari, senza più bisogno di larghe intese fasulle, nella lealtà a valori e programmi. Ma il forcone non è mai contro le persone, bensì contro la giustizia ingiusta, le troppe tasse, la burocrazia soffocante. Contro la Germania della Merkel che usa l’Europa e l’euro per sottometterci e comprarci a poco prezzo.

 

L’organizzazione di Forza Italia in questo senso rispecchia la natura di chi siamo noi. La punta d’acciaio centrale consiste nel rapporto diretto e immediato tra il nostro popolo e il leader. Tra Berlusconi e gente nostra. Gianni Baget Bozzo intuì perfettamente l’unicità di questa amicizia. Forza Italia – scrisse – è un movimento dove tutti danno del tu a Silvio Berlusconi, e dove tra loro si danno del lei. In questo senso i Club Forza Silvio, sin dal nome, rappresentano la spina dorsale e insieme il cuore pulsante che irrora di vita la società intera. È l’idea di movimento orizzontale, di una politica non di mestieranti, ma dove ognuno è abilitato a farla perché sta nella trincea del lavoro e della scuola. Ciascuno è coinvolto a pari titolo, purché si coinvolga. Ovvio: non per i propri interessi personali. Ma qui c’è un fiuto infallibile, ed è quello della gente perbene, che sa individuare, che ha scopi diversi dal bene comune.

Prima punta: il popolo-Berlusconi.

 BERLUSCONI

Esistono poi, come esito istituzionale e di buon governo di quella presenza nella società, gli eletti (seconda punta). Questo è il momento in cui la forza di tutti si specifica in compiti amministrativi. Dà e assorbe idee, si fa carico ed elabora programmi e proposte. Rende conto a Silvio Berlusconi e al movimento dei Club. Quindi il terzo dente d’acciaio è l’organizzazione del movimento nella sua cabina di regia. Qualcosa di snello, pronto, efficace. E sempre al servizio della “magna pars” del movimento, che – ripetiamo – è il nocciolo incandescente e vivo della nostra squadra: l’unità duale tra Berlusconi e i Club.

 

Che cosa è necessario perché tutto questo accada in un tempo dove gli avversari aggrediscono la nostra famiglia politica e umana? La difesa della libertà, anzitutto delle nostre teste. Essa equivale a creare antidoti al veleno della cattiva informazione che punta a impossessarsi delle coscienze. Il nemico della verità può contare su circa il 90 per cento delle voci che ci arrivano tramite tivù, radio, giornali cartacei, massa informativa veicolata da Internet. Già saperlo è una prima notizia da far conoscere e documentare.

 

L’informazione è essenziale. Dobbiamo rendercene conto: gli altri possiedono attraverso il dominio finanziario e una rete internazionale di media, la capacità di occupare lo spazio del potere-poterissimo. In un regime di democrazia formale il totalitarismo si afferma brandendo la leva decisiva per condizionare la mentalità, grazie a un lavaggio sistematico del cervello, con la cascata continua ossessiva del pensiero unico. Una tecnica che è figlia dell’antica scuola comunista che domina la sinistra e associa a sé i servi sciocchi: occupa le casematte decisionali, dalla giustizia all’economia alla cultura al giornalismo, per depredare la buona fede della gente.

Il potere dei senza potere è quello di mettersi insieme, dando il semplice nome alle cose. Chiamando tasse le tasse, ad esempio. Unendosi intorno a chi è capace di sintetizzarne e promuoverne con entusiasmo i valori. Abbiamo Berlusconi e abbiamo il popolo. Ci resta da lavorare per difendere l’uno e gli altri. Ne va del futuro dei nostri figli e dell’Italia.

 

Per questo l’appuntamento con i primi mille club, a Roma, domenica prossima, ha un’importanza vitale. È come bere l’acqua della sorgente, che diventa un torrente impetuoso e poi un grande moderato fiume che irriga la pianura e dà benessere a tutti, nessuno escluso.

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 02 dicembre 2013”