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Brunetta: Riforme, “Altro che modifica del 138, si faccia referendum costituente”

 

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“Il cammino delle riforme, così come delineato, all’indomani della fiducia al governo Letta, si fondava su una premessa politica: l’accordo storico tra le due principali forze che si sono contese il governo negli ultimi vent’anni”. Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un intervento su “Il Foglio”.

 

“Quell’incontro che abbiamo denominato larghe intese esprimeva la volontà di collaborare lealmente tra pari sulla base di un riconoscimento dell’altrui dignità politica e di uno sforzo che è stato definito di pacificazione nazionale. A quell’impegno si accompagnava un programma articolato su due gambe: una politica economica coraggiosa e un percorso di riforme istituzionali di fiduciosa convergenza. Quel che è stato di quegli impegni è chiaro a tutti. E dalle larghe intese si è passati a una ‘maggioranza residua’”.

 

“In questo quadro, si può veramente pensare che il problema delle riforme costituzionali sia la riforma dell’art. 138? Riforma peraltro inutile perché se si vuole rendere obbligatorio il referendum lo si può prevedere anche nella stessa legge di riforma qualora essa venisse approvata a maggioranza dei due terzi. Veramente si può pensare che dopo trent’anni di dibattiti, bicamerali, comitati, convenzioni, saggi e compagni, il problema sia il metodo e non il merito?”.

 

Il problema è il merito, non il metodo. E l’unica cosa chiara è che il Parlamento sul merito non riesce a decidersi. Se si vuole parlare di metodo, ce n’è solo uno che oggi possa avere senso e che, peraltro, fece capolino anche nella commissione nominata da Napolitano. Si mettano in fila le questioni dibattute (forma di governo, riforma della giustizia, principi sulla legge elettorale, ipotesi di bicameralismo differenziato) e si sottoponga la scelta al corpo elettorale con un referendum, quello sì, che avrebbe un valore costituente”.

 

“Non possiamo trincerarci dietro quelle che apparirebbero all’opinione pubblica solo delle ipocrisie per tirar a campare. Votare sì alla modifica del 138 significa perpetuare questa ipocrisia. La Repubblica ha bisogno di voltare pagina? Si faccia un referendum sulle opzioni istituzionali e si elegga una Commissione costituzionale che rediga le norme costituzionali sotto il vincolo della scelta referendaria”.

 

“Noi, per quanto ci riguarda, saremo per il presidenzialismo alla francese, la riforma della giustizia, la fine del bicameralismo e una drastica riduzione dei parlamentari. E crediamo su queste posizioni sia possibile una convergenza anche con le aree più avanzate del centro-sinistra. Chi non è d’accordo, faccia altre proposte e alla fine, il popolo voti. E’ la democrazia bellezza”, conclude Brunetta.