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GOVERNO. Alfano non fare il ragazzo spazzola di Renzi. Ricordati il nostro programma e torna a casa

 

Alfano Renzi

 

 

 

L’ultima volta che si è sentito parlare di discontinuità fu ai tempi di Follini, anche lui vicepremier. Come Alfano. Ci rendiamo conto che nominare Follini ha l’aria di una minaccia. Brava e colta persona, in buona fede. Follini finì per essere una ruotina di scorta al Senato per Prodi nella disgraziata legislatura del 2006-2008. Dignitoso destino, ma non portò fortuna né a Prodi né al suo destino politico.

 

La sfiga come categoria politica delle fasi 2, dei governi bis, delle discontinuità para-punzi- punzi-pà. Sai, caro Angelino,  dove ve la mette, la discontinuità, Renzi?

 

Alfano certo ha un’altra statura rispetto a Follini, viene da un grande partito, ce ne rendiamo conto. Il rischio perciò è persino più serio. E sarebbe quello di finire, con l’alto pennacchio e la giubbina coi bottoni d’oro di vicepremier, a fare il ragazzo spazzola di una bottega dove le sue idee sono morte e sepolte, o sono al più briciole di un menù elaborato dalla sinistra. Noi abbiamo ben presente come lo ha trattato Renzi, segretario in pectore del Pd: “Io 300, tu 30”.

 Follini

Il manuale Cencelli non pare proprio essere stato rottamato da Renzi. Anzi promette di usarlo per asfaltare il residuo di centrodestra. La riduzione non sarà solo della cilindrata dei ministeri, ma la sforbiciata riguarderà i contenuti di programma.

 

Un anno per far che? Per osservare gli Alti Papaveri Renzi e Letta che lo strapazzano su immigrazione, ius soli, giustizia, presidenzialismo, tasse sulla casa, difesa del ceto medio, libertà di educazione, eccetera eccetera. Non mettiamo il punto di domanda.

 

Conosciamo la sinistra. Abbiamo imparato quant’è brava a rispettare i patti. Cioè: zero.

 

Figuriamoci quando, sfacciatamente, come ha fatto Renzi in questi giorni, ti fa sapere che se proprio insisti puoi rimanere, ma su uno sgabello.

 

300 a 30, non c’è partita. Noi sinistra dieci idee, tu una.

 

Un bel mix, una bella governabilità, una stabilità fantastica e molto equilibrata, non è vero? Caro Angelino, la responsabilità ti ha guidato ad abbandonare Berlusconi, deve valere anche verso il dovere di coscienza di rispettare il patto con i tuoi elettori. C’erano 23 punti forti. Qualcuno lo abbiamo ricordato poco sopra. Adesso che fai? Gestisci la libertà del mercato del lavoro con il piano di occupazione della Cgil, vero alleato forte del nuovo governo?

 

Vota la sfiducia, Angelino. Ritirati da un governo il cui primo atto di discontinuità c’è già stato, ed è stato l’inchino al nuovo segretario del Pd che ancora non c’è ma già detta tempi e regole al premier, il quale, in atto di ossequio extraparlamentare, mette la sovranità popolare in posizione subordinata alla sovranità della sinistra che sceglie il proprio Matteuccio I.

 

Deciditi. Non ti aspettiamo un anno. Non ti aspetta l’Italia. Angel-Lassie torna a casa che è già tardi.

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA “IL MATTINALE – 03 dicembre 2013”