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BERLUSCONI. Tutto quello che avreste voluto sapere sulla decadenza e nessuno vi ha mai detto

 

BERLUSCONI

 

LE ASSURDITÀ SULLA DECADENZA

 

1) Il primato della sovranità popolare, secondo comma della Costituzione. Se il popolo elegge una persona, essa non può essere mandata fuori dal Parlamento sulla base di una sentenza, che pone la magistratura a un livello superiore rispetto al Parlamento! La Legge Severino è, pertanto, in sé un vulnus della Costituzione!

 

 

2) Ragione di più, lo è quando sia retroattiva, sulla base dell’articolo 25 della Costituzione dove è sancito:

“Art. 25 (secondo comma) Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”. Ed è evidente che questa norma Severino è una punizione gravemente afflittiva di un cittadino italiano! Sarà anche a tutela del Senato. Ma qualsiasi sanzione è insieme personale e a tutela della comunità… Anche la pena inflitta per una rapina tutela la comunità! Allora se cambio e aggravio la pena, e dico che si dà l’ergastolo, si può fare perché non è contro la persona ma a tutela della comunità, che si sente più tranquilla se il rapinatore resta all’ergastolo anche se quando l’ha commessa il tizio si davano 10 anni.

 

 

3) Persino giuristi di sinistra hanno spiegato che la Legge Severino si presta a equivoci.

 

4) Sappiamo bene che in Italia la magistratura di sinistra massacra chi non è della loro idea. Noi non accettiamo queste mani libere lasciate alla magistratura.

 

VERO E FALSO SULLA DECADENZA

 

Siamo sempre stati accusati di pretendere che la giunta per le elezioni e l’aula del Senato diventassero il quarto grado di giudizio!

 

 Falso. Non pretendevamo che la Giunta per le elezioni dichiarasse Berlusconi innocente, ma che valutasse   l’applicabilità del decreto legislativo Severino.

 

 

Dovete accettare che la sentenza su Berlusconi vada eseguita con la decadenza da senatore. La giunta deve solo eseguire.

 

 Falso. Non si tratta di eseguire una sentenza, ma di applicare o meno una sanzione stabilita da decreto legislativo confuso, nel quale la pena, sia essa amministrativa sia essa penale, non può essere fatta valere retroattivamente

 

La decisione della giunta e dell’aula non ha poteri giurisdizionali, dunque non può rivolgersi alla Corte Costituzionale o alla Corte di Giustizia di Lussemburgo.

 

 Falso. La giunta per le elezioni e l’aula sono organi giurisdizionali. Esistono numerosi precedenti. Persino il Pd decise in questo senso nel 2009.

 

 

Bisogna tenere distinte le sorti di Berlusconi decise dalla Giunta e quelle del Governo. Siete irresponsabili.

 Falso. Irresponsabile è chi ha fatto decadere Berlusconi contro il diritto e contro il buon senso. Berlusconi aveva diritto a essere trattato come un deputato qualunque in presenza di una legge dai profili di incostituzionalità.

Il rifiuto del Partito democratico ad assumersi almeno l’obbligo mortale del dubbio, si è risolto in una sorta di assassinio politico del leader della principale forza alleata, che dunque non poteva che prendere atto di questo attacco.

 

LA GIUNTA DELLE ELEZIONI SOTTO LE ALI ACCOMODANTI DI LETTA? NOI NON STIAMO ZITTI

 

 

La Giunta per le elezioni al Senato ha votato sulla relazione del presidente Stefano. Senza aprire la strada ad alcuna domandina da porre alla Corte Costituzionale e/o a quella dell’Unione europea a Lussemburgo;

 

 La domandina sarebbe stata questa: può una legge essere applicata retroattivamente? Lo domandavano anche illustri giuristi e personalità della sinistra. Forse la gogna cui sono stati subito sottoposti ha fatto scuola. Così i giudici (perché tali sono in questo caso i senatori della Giunta) si sono pronunciati immediatamente per la decadenza, senza se, senza ma, e pure senza verità e senza diritto;

 

 Ci domandiamo se non sentano qualche rimorso di coscienza i boia del Pd (lasciamo perdere Sel e Cinque Stelle). Decapitare un leader alleato è un’operazione oltre che contro la morale e la giustizia, è persino stupida. Consegna agli italiani l’immagine di una sinistra dotata di politici cannibali.

 

Noi non stiamo zitti. Una Giunta retroattiva, un organo istituzionale di importanza primaria che usi una legge inapplicabile per tagliare la testa al leader dei moderati è un’onta per qualsiasi Paese, e per qualsiasi governo sotto le cui ali immobili e accomodanti questo accada.

 

LA GIUNTA DELLE ELEZIONI SOTTO LE ALI ACCOMODANTI DI LETTA? NOI NON STIAMO ZITTI

 

 

Al Senato, giunta per le immunità, la sinistra ha proceduto nel suo cammino verso la dichiarazione di decadenza del presidente Berlusconi. Calpestando:

 

1. il diritto del popolo sovrano a scegliere il proprio leader;

 

2. qualsiasi principio giuridico su cui si regge qualsiasi Stato democratico, e cioè la non retroattività delle pene rispetto al reato;

 

3. l’evidenza dell’innocenza di Berlusconi, negata per pregiudizio politico dai giudici.

 

RETROATTIVITÀ, ANTIDEMOCRATICA ED INGIUSTA

 

Luigi Manconi, senatore Pd. Sappiamo di procurargli qualche guaio, e magari una sua lettera stile antico, tipo: “Chiedo di non essere strumentalizzato dalla destra”

 

 Ma il suo invito al voto segreto e di coscienza, il suo rifiuto di piegarsi al pensiero dominante, avrebbe dovuto far capire che questa battaglia sulla decadenza e sulla retroattività e sul voto segreto svincolato dalla vigilanza occhiuta del partito, era una questione di tutti, toccava la democrazia e la giustizia per tutti, non per la nostra parte

 

Carlo Nordio, procuratore generale aggiunto di Venezia: “La Giunta non può far decadere Berlusconi”

 

 La Giunta per le elezioni del Senato presieduta da Stefano, invece, si è espressa sull’applicazione della legge Severino sulla decadenza e l’incandidabilità nel caso di Silvio Berlusconi;

 

 La questione è molto semplice. Non si tratta di eseguire una sentenza, né di esprimere una valutazione di ordine politico, di antipatia o di simpatia, ma far valere i principi dello Stato di diritto che pacificamente nega che una pena possa essere appioppata a chi abbia commesso il (presunto) reato prima della sua definizione in una legge.

 

Il procuratore generale aggiunto di Venezia, Carlo Nordio, giurista di indiscussa autorevolezza, intervenendo a Cernobbio al Forum Ambrosetti ha dimostrato che – quand’anche si volesse considerare la questione come circoscritta all’ambito amministrativo – Berlusconi non avrebbe potuto vedersi applicata le restrizioni di quella legge.

Ha detto infatti Nordio: “Anche per le sanzioni amministrative la retroattività è preclusa dall’art 1 della legge 689/81. Ancor di più dopo la legge sulla responsabilità degli enti, la 231/2001, la quale dispone, all’art 2, che le sanzioni amministrative debbano essere espressamente previste da una legge entrata in vigore prima della commissione del fatto. Se questa garanzia vale per le società a maggiore ragione vale per gli individui. E con questo il discorso dovrebbe esser chiuso. O meglio, dovrebbe essere riaperto con un’interpretazione autentica della legge o con una pronunzia della Corte Costituzionale”.

 

Questione chiusa, insomma, secondo Nordio. O la Giunta aspetta un parere della Consulta o la legge Severino non è applicabile al caso di Berlusconi. Ma sappiamo che non è andata così;

 

 La decadenza di Berlusconi, è in realtà una dichiarazione di decadenza della democrazia;

 

 Le conseguenze sono ovvie: Forza Italia dinanzi a questa decisione politica ha preso atto della rottura del patto alla base delle larghe intese ed è uscita dalla maggioranza.

 

Gli esponenti seri e ragionevoli – sia pure isolati – del partito democratico che auspicavano un percorso di verifica della legge Severino che portasse al giudizio sulla palese incostituzionalità di una pena retroattiva, non sono stati semplicemente una minoranza, ma hanno subito un linciaggio come traditori, solo perché si sono permessi di ragionare invece che di applicare la ghigliottina del pregiudizio.

 

 

La decadenza di Silvio Berlusconi coincide con la fine delle larghe intese. Non ci sono ragionamenti da politologi bizantini che possano ribaltare questa nostra determinazione;

 

 Offendere la democrazia significa picconare la colonna portante della pace sociale. Non in nostro nome, non stringeremo la mano destra sotto il tavolo a chi con la sinistra, sotto gli occhi del mondo, ha pugnalato il nostro leader.

 

 

LA PAROLA D’ORDINE DEL PD: DECADENZA A TUTTI I COSTI

 

La sinistra ha voluto eliminare Berlusconi. L’applicazione, contro il diritto, della legge Severino al senatore Berlusconi è stata l’occasione pregustata da anni per attuare il proposito liberticida;

 Violante

 Occorre però segnalare che è possibile un soprassalto di onestà intellettuale, qualcosa che somiglia ad un atto di coscienza. Ed è quanto ha voluto esprimere Luciano Violante sostenendo che la richiesta di valutazione sulla valenza retroattiva della legge Severino poteva essere tranquillamente demandata alla Corte Costituzionale dalla Giunta per le elezioni.

 

 

Violante ha detto: “Silvio Berlusconi ha il diritto di difendersi davanti alla Giunta del Senato come qualunque altro parlamentare, né più né meno. Occorre rispettare le regole anche per i nostri avversari. È molto facile applicare le regole solo per gli amici, è molto più complicato farlo per gli avversari”

 

 E, se l’organo del Senato “ritenesse che ci fossero i presupposti, potrebbe sollevare l’eccezione davanti alla Corte. Ma questa non sarebbe una dilazione: sarebbe l’applicazione della Costituzione”. Così non è stato.

 

 

Pur ritenendo infondato tecnicamente il ricorso alla Corte di Strasburgo, Violante ha continuato a sostenere il presupposto per cui la Giunta poteva ricorrere al parere della consulta: “La Giunta funziona come se fosse un Tribunale”

 

 Non è una voce isolata. In posizione minoritaria emergono altre personalità di sinistra sulla medesima linea. Enrico Buemi.

 

Socialista, membro della giunta, eletto nelle liste del Pd, Buemi ha sostenuto che “la difesa di Berlusconi deve potere esprimere il suo massimo potenziale: Dobbiamo avviare un dibattito serio dentro la Giunta per dirimere tutte le questioni che si pongono sia sul piano giuridico che su quello politico. Certe frenesie, certe urgenze, sono sospette. Non si deve arrivare a un obiettivo senza pagare il prezzo di uno Stato diritto che è quello di rispettare le regole e le leggi sempre, non solo quando ci conviene”.

 

C’era anche stata una lettera aperta di 9 senatori che hanno promosso un dibattito sulle tesi di Violante. Prima di essere esposti al linciaggio del “Fatto quotidiano” si esprimevano così: “…Violante, dopo aver ricordato che nel principio di legalità è compreso il diritto di difesa che va pienamente garantito anche a Silvio Berlusconi, ha dichiarato che, a suo parere, la Giunta per le elezioni, qualora ritenesse che ne esistano i presupposti, potrebbe investire la Corte Costituzionale della questione relativa all’irretroattività o meno della legge Severino. Parere, peraltro condiviso da giuristi non certo imputabili di «berlusconismo»”.

 

Firmato dai Senatori del Partito Democratico del Piemonte: Stefano Esposito, Federico Fornaro, Vannino Chiti, Daniele Borioli, Elena Ferrara, Elena Fissore, Nicoletta Favero, Patrizia Manassero, Magda Zanoni, Enrico Buemi.

 

Tutto dice che nelle file del Pd e della nuova maggioranza con Sel e grillini non si è voluto ragionare;

 

 Contro la ragionevolezza non si vuole percorrere la strada del Lussemburgo. Perché no? Di che cosa ha avuto paura il Partito democratico? Ovvio: ha avuto paura che smontasse il giochino attuato per far decadere da senatore Silvio Berlusconi.

 

Il relatore Augello nella sua terza pregiudiziale ha infatti proposto alla Giunta per le elezioni di sottoporre alla Corte di giustizia di Lussemburgo (ai sensi dell’art. 267 del Trattato sulfunzionamento dell’UE) un semplice quesito: se cioè la legge di cui si sta valutando l’applicabilità a Silvio Berlusconi ottemperi ai criteri di diritto che stanno a fondamento dell’Ue. Banalmente: perché no? Di che cosa ha avuto paura il Pd?

 

 

Sarebbero state 8 settimane di attesa: il tempo indispensabile per acquisire il verdetto della Corte. Un giudizio affidato ad un giudice terzo, come prevedono la Legge e il trattato di Lisbona;

 

Se la Legge è uguale per tutti, deve esserlo anche per Silvio Berlusconi. Il rifiuto del Partito democratico ad assumersi almeno l’obbligo morale del dubbio si risolve in una sorta di assassinio politico.

 

PER APPROFONDIMENTI, LEGGI IL DOSSIER NUMERO 744