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LETTERA APERTA DI BRUNETTA A NAPOLITANO: TENTARE DI LEGITTIMARE PARLAMENTO, DELEGITTIMANDO CHI VUOLE PRENDERE SUL SERIO LA SENTENZA DELLA CORTE, RISCHIA DI ESACERBARE ANIMI

 

 

Napolitano

 

 

“Caro presidente, amicus plato sed magis amica veritas. Non possiamo oggi seguirla nel tentativo di tamponare il pasticcio di una Corte costituzionale che – peraltro contravvenendo ad una giurisprudenza della Cedu – ha dichiarato illegittima la legge elettorale con una inaudita sentenza in progress di cui non si conosce né il dispositivo né le motivazioni”. È quanto scrive Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, in una lettera aperta al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

 

“Una sentenza anticipata da uno scarno e ambiguo comunicato stampa (al quale si è dovuta aggiungere una precisazione del presidente della Corte, per metterci a sua volta una toppa). Una sentenza che ha determinato quello che qualsiasi persona di buon senso avrebbe previsto: un terremoto politico.

 

E allora, sommessamente ma fermamente, corre l’obbligo di dire che pretendere di accreditare un’unanimità di vedute tra i costituzionalisti, quando almeno un paio di presidenti emeriti della Consulta (per limitarci ad essi) hanno ritenuto che invece problemi ci sono e la questione non è affatto pacifica, non aiuta ad affrontare con la dovuta lucidità la delicatissima fase aperta dalla Corte costituzionale. Tentare di legittimare il Parlamento, delegittimando chi vuole prendere sul serio la sentenza traendone le inevitabili conseguenze giuridiche e politiche, rischia di esacerbare ulteriormente gli animi. E in questo momento drammatico nessuno se lo può permettere.

 

Il fatto è chiaro: la Corte con una pronunzia senza precedenti è arrivata all’estrema decisione di annullare la legge elettorale politica assumendo che essa fosse un intollerabile vulnus della democrazia, calpestando i diritti democratici elementari dei cittadini, impedendo loro di scegliere i parlamentari e conferendo un premio di maggioranza abnorme. Ma se il vulnus è così abnorme, signor presidente, come si fa a non considerare abnorme la situazione dell’attuale Parlamento eletto con quella legge?

 

La nostra democrazia è scossa alle sue fondamenta; non se ne esce facendo finta di nulla, pur di difendere una maggioranza politica traballante. Se ne esce riconoscendo le ragioni di chi dissente in nome della democrazia e chiede soluzioni straordinarie per una situazione straordinariamente inaudita. Invocare il principio di autorità dell’accademia, quando la stessa accademia è legittimamente divisa, rende ancora più esile lo spazio per raddrizzare la situazione. Forse la Corte costituzionale, con la sua decisone in progress, ci dirà pure che il Parlamento è formalmente legittimo. Ma ciò non toglie che la democrazia oggi è ferita, e il Parlamento è politicamente delegittimato. Non siamo noi quelli che non vogliono prendere sul serio quanto la Corte, con modalità a dir poco discutibili, ci ha comunicato con un comunicato stampa”, conclude Brunetta.