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FMI: BRUNETTA, DEBITO AUMENTA, PADOAN MENTE SAPENDO DI MENTIRE

 

“Secondo le ultime previsioni macroeconomiche redatte dal Fondo Monetario Internazionale, il debito pubblico italiano salirà quest’anno al 133% in rapporto al Pil, in rialzo rispetto al 132,6% registrato nel 2016. Gli economisti di Washington smontano quindi l’ennesima bufala raccontata dal premier Gentiloni e dal ministro dell’economia Padoan, che nella recentissima Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza appena votata dal Parlamento hanno stimato un valore del debito ben più basso, pari al 131,6% nel 2017.

Il prossimo anno, quindi, l’errore di sottovalutazione del Tesoro risulta pari a 1,4 punti percentuali. Questo risultato fortemente negativo non è nient’altro che l’effetto del costante ricorso, da parte degli ultimi governi di centro-sinistra, a manovre finanziarie finanziate in deficit, come quella per il 2018, che il Governo si appresta a varare.

Da sempre sosteniamo che un maggior deficit si traduce sempre in un maggior debito futuro, un peso imposto alle generazioni future che quel debito saranno tenute a ripagare. Ricordiamo che, attualmente, lo stock di debito pubblico italiano ammonta alla cifra monstre di oltre 2.300 miliardi di euro, record storico toccato lo scorso luglio, quando è aumentato di ben 18,6 miliardi in un solo mese.

Soltanto nei primi 6 mesi del 2017, infatti, l’aumento è stato di 63 miliardi, pari a 10,5 miliardi al mese. Questo aumento avviene in un contesto monetario straordinariamente favorevole, che, grazie al Quantitative Easing promosso dalla Banca Centrale Europea, ha permesso al Tesoro di spuntare rendimenti di emissione ai minimi storici, producendo un forte risparmio nella componente interesse.

Il vero problema è che questo programma di stimoli monetari eccezionali sta per finire, come annunciato dalla stessa BCE. E quando Francoforte smetterà di acquistare i BTP italiani in dosi massicce i rendimenti torneranno a salire, così come gli interessi sul debito, che contribuiranno a creare nuovo deficit e così via.

Se soltanto Gentiloni e Padoan capissero questa semplice regola, si precipiterebbero subito ad effettuare misure di riduzione della spesa pubblica inefficiente, piuttosto che comprarsi il consenso in vista delle prossime elezione attraverso costose mance elargite a pioggia”.