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I giornaloni vogliono infilare Forza Italia nello zoo degli estremisti. Da Berlusconi lezione di politica moderata

 

Firma Berlusconi

Siamo ingenui ma non siamo mica stupidi. Il modo come i nostri giornaloni oggi trattano gli affari della politica italiana, è una falsificazione a servizio del pensiero unico incarnato dal duo nascente (e magari anche morente) Letta-Renzi con la supervisione dell’Arcitriumviro Napolitano.

 

Se si osservano le prime pagine di Repubblica, Corriere e Stampa, nonché Sole 24 Ore e Messaggero, che cosa si nota? Esiste Letta, cioè il buon senso, l’amicizia con Obama, il leone che mangia gentilmente i barbari. E poi ci sono i selvaggi, la piazza oscena dei forconi e dei forconisti, uno zoo di mostri dove Forza Italia e Berlusconi sono ingabbiati accanto ai grillini, anzi come loro fratelli dilettanti. Il titolo di Repubblica fa esistere in prima pagina solo Letta e Grillo (“Letta sfida Grillo: basta caos. Rissa in aula sulla protesta dei forconi”).

 

Operazione ovvia. Vogliono condannarci all’inesistenza, mentre la scena è occupata dalla Bella (Letta) e dalla Bestia (Grillo e i forconi).

 

Materia e Antimateria, tertium non datur.

Invece altro che, se vi accorgerete che tertium datur, eccome. Ve lo daremo in testa, parlandone sempre con simpatia, questo tertium che siamo noi, orgogliosi di essere diversi da quelli che credono di sapere già tutto, e hanno un cassettino dove infilare i modellini del loro pregiudizio.

 

Per concludere la lettura ponderata dei mass media, soffermiamoci sul Corriere della Sera (“Fiducia per Letta: riforma e sfida a Grillo. Renzi a colloquio con Napolitano. Forconi divisi”). I moderati veri sarebbero a sinistra. Dall’altra parte il resto del mondo, esemplificato dalla faccia torva e furente di un grillino in Parlamento e da fotografie raffiguranti contemporaneamente atti teppistici di poveri cristi e il loro capo che se ne va come un uovo di Pasqua su una Jaguar.

 

È questa la vera rappresentazione dell’Italia e di quello che è accaduto ieri alla Camera e al Senato?

C’è una censura tragica: quella che riguarda la presenza sulla scena politica italiana (ed europea) di Silvio Berlusconi e del suo popolo.

 BERLUSCONI

Noi qui lo ripetiamo. Non siamo stupidi. Capiamo il giochetto. Tentare di condannarci all’inesistenza, oscurandoci. Pitturandoci con la vernice dell’invisibilità. O deformandoci nell’estremismo. È il prezzo che paghiamo all’essere noi stessi, al chiamare le cose con il loro nome. Per questo ci negano – al momento – il voto. Perché sanno che il popolo reale sta con noi. I cittadini ci farebbero vincere. Dunque spostano più in là la resa dei conti, sperando che alla fine i cittadini si dimentichino di noi o ci ritengano degli scalmanati estremisti.

 

Calcolo sbagliato. Noi lavoriamo, ci siamo. In Parlamento (denunciando la giostra del potere nel Palazzo) e sulle strade di questa nostra amata Italia. Non siamo forconi né ci mettiamo a cavallo dei forconi convinti di guidarli dove fa comodo (questo lo fa Grillo).

 

Noi crediamo che la politica debba ascoltare, filtrare e tenere il succo di verità e di dolore delle proteste e gettare le scorie che si mescolano inesorabilmente quando c’è folla, inquinando il buono con veleni ultronei. Non è solo la Cgil ad aver diritto ad essere ascoltata.

 

Berlusconi rinviando l’incontro con una delegazione di quel movimento, per evitare l’accusa di strumentalizzazione e così deformazioni delle sue intenzioni, mostra che cos’è la politica, offre un canale per trasformare la rabbia in capacità propositiva. Se vogliono imparare qualcosa, i ministri provenienti dalle nostre fila ed oggi con Letta, si ricordino come si fa, imparino ancora da Berlusconi.

 

 

 

Le lezioni sono gratis. Ma tornino in fretta a casa.

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 12 dicembre 2013″