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IL MATTINALE (FI): IL TRIUMVIRATO NAPOLITANO-LETTA-RENZI UMILIA ALFANO E NESSUNO LO DICE

 

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“Perché state all’opposizione? Che ci guadagnate? Siete isolati, non vi conviene. La domanda rispecchia i valori di chi la pone, e mostra la nostra differenza. Noi siamo all’opposizione per ragioni di amore al popolo e alla verità. Per poter combattere una battaglia di libertà, che implica subito, previa rapida approvazione della legge elettorale, elezioni. Così “Il Mattinale”, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.

 

“Se il patto di potere che oggi tiene insieme Napolitano-Letta saprà reggere l’ingresso di Renzi a Palazzo, avremo un triumvirato numericamente solido, ma moralmente e giuridicamente indigeribile. Diciamolo pure: illegittimo, incostituzionale, quasi sudamericano.”

 

“Ci domandiamo tutti, che ci fa lì Alfano? Oggi la presenza nella maggioranza sua e del Nuovo Centro Destra è numericamente utile. Ma viene disprezzata quanto a contenuti, essendo numericamente inconsistente. Si accontentino delle postazioni di potere ministeriale, che è già troppa grazia per trenta deputati. Le questioni essenziali sono invece di pertinenza dei triumviri”.

 

Per “Il Mattinale”, “Alfano è zero per loro. Carne se non da cannone, da cannolo, da tener buono con un po’ di ricotta e frutta candita”.

 

“La prova. Ieri Letta a parole ha attaccato le opposizioni. Fin troppo scontato. Ma i veri colpi di maglio li ha dati in testa a tre suoi ministri”.

 

“Il Mattinale” elenca quindi i “tre morti” (politici): il primo è Quagliariello. “Per sette mesi l’unica cosa che è riuscito a mettere insieme è stato il percorso per modificare il 138. Ieri Letta, ha annullato il passaggio finale di questa legge costituzionale”. Il secondo è Delrio: “si è sperticato per portare avanti una legge ordinaria che lui sosteneva annullasse le province. Letta ieri ha annunciato che le province saranno rottamate per via costituzionale. Ieri Delrio, come un giapponese in Melanesia, combatteva ancora la guerra contro di noi, poveretto”.

 

E infine Alfano, ricorda “Il Mattinale”, “ha spiegato a Berlusconi e al popolo di centrodestra che la sua scelta di rimanere al governo per dare stabilità all’esecutivo era la mossa astuta per togliere ‘alibi’ al Pd. Il quale, una volta riuscito a far fuori il leader dei moderati, poi avrebbe dovuto per forza intraprendere la riforma della giustizia. Risultato? Zero sotto zero. Letta non l’ha neppure nominata”.

 

“Qui valgono le parole del presidente Brunetta nel discorso pronunciato ieri contro la fiducia a Letta: ‘Che tristezza, vicepresidente Alfano. Che tradimento dei suoi, dei nostri elettori. Che tradimento ma anche per la sua storia, vicepresidente Alfano, e glielo dico con dolore. Il dolore di un amico’”.

 

“Torna a casa Angelino, è quasi troppo tardi, ma la porta è ancora aperta”, conclude “Il Mattinale”.