Trattino Renzi, Berlusconi o Grillo, o se piace di più Pd, Forza Italia e Movimento Cinque Stelle ed in una settimana sarà pronta una proposta di legge che avrà come minimo il consenso del 90 per cento degli italiani.
Altra cosa, a quanto apprendiamo con un certo sgomento, è il gioco del rinvio in cui si stanno mostrando maestri Letta, con l’avallo di Napolitano, e il contributo arzigogolato di Quagliariello. Vale a dire: la legge elettorale – ora alla Camera – sarebbe di fatto subordinata alla approvazione di quattro nuovi articoli della Costituzione da approvarsi con quattro passaggi nelle due Camere.
Come dire: elezioni mai.
Sono insopportabili queste lungaggini, che rimandano le elezioni al giorno che non verrà, o verrà quando farà comodo alle minoranze al governo. Chiunque ascolti la voce della piazza, ma anche dei negozi e dei bar, sa che accanto al sacrosanto lamento per la situazione economica e alla protesta per le tasse, c’è il desiderio di maggioranze chiare, che escano dalla cosa più semplice che la democrazia ha consegnato alla mentalità della gente perbene: il voto a suffrago universale.
PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 12 dicembre 2013″