Socialize

GOVERNO. Prove di regime di Al Renzetta. Breve sarà la loro vita felice. Li ribalteremo presto

 

Alfano Renzi Letta

Sta accadendo un fatto abbastanza ovvio quando si sta consolidando un regime. Cioè la censura. Non qualcosa di ostentato. “Loro” non chiudono i programmi, “loro” non indicano nemici con il dito. Questo lo fa quello sfigato di Grillo, facendo pubblicità a chi gli capita a tiro e così elevandolo a perseguitato degno di onore da parte del regime medesimo.

 

Diamo ora una definizione di “loro”. Facciamo tre nomi, consapevoli che sono espressione di poteri forti dei quali sono la faccia politica: Renzi, Letta, Alfano (quest’ultimo assai marginalizzato, con funzioni di foglietta sempre più ristretta di fichetto). Occupano con le loro candide vele dispiegate tutto il mare della politica benpensante, degna di attenzione, fatta passare per presentabile e di successo. Il mondo è il Partito democratico, il resto esiste in quanto accetta il ruolo di attore non protagonista, forse addirittura di caratterista.

 

L’universo dell’informazione è intasato dai pianetoni Renzi-Letta-Pd e dal pianetino, anzi dal satellite pallido Ncd. I giornaloni e le tivù al traino fanno apparire un territorio della civiltà dove esistono solo loro. Si vestono diversi, Letta col maglione, Renzi con giacca e cravatta, Alfanno (doppia enne perché respira male, ha qualche rimorso: dai, torna a casa, ndr) ornato di splendidi congiuntivi. Litigarelli, fratelli coltelli, parenti serpenti, eccetera. Ma solo loro.

 

Sullo sfondo viene descritto un bolide pericoloso, da far esplodere o da addomesticare prima che precipiti sulla terra dei saggi: ed è Grillo coi suoi grillini. Fuori dal sistema solare, ma scelto come nemico perfetto ed esclusivo, cui destinare anatemi e carezze. Poi ci sono i forconi, bastonabili bastonabilissimi, trattati come fascisti con cui non avere alcun dialogo.

 

E il popolo di Forza Italia, il suo leader Berlusconi? Occultati. Chiusi nella anti-materia. Renzi non nomina Berlusconi nel suo discorso.

Questi tre amici al bar, dove si fanno servire l’aperitivo, innaffiano l’Italia di camomilla e slogan sperando si addormenti. Evocando il nemico come esterno al sistema solare – Grillo e forconi – in realtà legittimano loro per catturare i moderati, e credono così di condannare all’insignificanza il grande popolo di Forza Italia guidato da Silvio Berlusconi.

Non ci colgono impreparati. Sapevamo di dover pagare il prezzo dell’opposizione, di una traversata del deserto. Ma occorre fare in modo che sia breve, che il regime non abbia tempo di consolidarsi, facendo della democrazia un optional, tipo tergicristallo, da far funzionare quando decide il manovratore. Una democrazia a metà.

 

Questo governo infatti  si regge su una maggioranza parlamentare che la Corte Costituzionale ha sancito come illegittima, usurpa una sovranità popolare che ha il diritto di manifestarsi al più presto con il voto. E non può costruirsi riforme costituzionali e legge elettorale sfruttando un bottino di seggi rubati agli avversari elettorali.

 Club-Forza-Silvio

Si capisce molto bene perché abbiano voluto (o lasciato) estromettere dal Senato Silvio Berlusconi. Colpendo il leader, hanno inteso uccidere moralmente Berlusconi e così far fuori il movimento che trova in lui riferimento e spinta propulsiva.  Poveretti, breve sarà il loro trionfo. Ci provano, a seppellirci. Togliamo la vanga ai becchini. Lavorando dovunque, tra la gente, coi Club Forza Silvio, negli ambiti elettivi, istituzioni di qualsiasi livello, facendo udire la nostra voce dovunque ci sia spazio. Se non ce lo danno, crearcelo. Abbiamo un sacco di cose da dire, di proposte e proteste.  Che la realtà della nostra forza presente nella società e nel cuore della maggioranza degli italiani, spezzi il cerchio di ferro, la cortina d’acciaio di questo pensiero unico e fasullo.

 

Berlusconi ha detto parole importanti nei giorni scorsi. Ha usato una formula bellissima: “Ce la metto tutta per l’Italia”. Vale per noi, non per sforzo di volontà, ma per amore.

 

È singolare che Renzi, nel suo discorso da neosegretario del Pd, non abbia nominato il capo dello Stato. Lo riteniamo un segno di scarso rispetto, tanto più se non ne ha sentito il bisogno pensando che dire Letta coincida con il chiamare Napolitano. Ci pensiamo noi a rivolgerci al Presidente della Repubblica, chiedendogli di tutelare le regole, di garantire forma e sostanza della Costituzione. Di non permettere che il trio sghembo sopraccitato blocchi il sistema per il comodo della sua propaganda, impedendo al Paese di scegliere davvero quale strada di uscita dalla crisi e di riforme voglia intraprendere.

 

 

Davvero Renzi pensa di imporre insieme a Letta e con l’avallo di Alfano un programma di sinistra che gli italiani hanno respinto alle elezioni di dieci mesi fa? Sarebbe una forma di golpe con il cravattino da Fonzie, ma sempre un sopruso. Ne diamo un assaggio a seguire…

 

 

PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 16 dicembre 2013”