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R. BRUNETTA (Intervista a ‘Radio Radicale’): “Ecco perché l’Italia non è un Paese credibile a livello internazionale”

 

Radio Radicale

 

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DEF: BRUNETTA, “CON 1,6% RAPPORTO DEFICIT/PIL NO VERO SHOCK FISCALE, MA PERICOLO SCAMPATO DA FOLLI PROMESSE M5S”

“Se fossi un irresponsabile direi ‘tanto peggio, tanto meglio’, vale a dire speriamo che questi sfondino il 3%, che diano tutte le risorse necessarie a mantenere le folli promesse elettorali, soprattutto in casa grillina, perché questo vorrebbe dire una reazione da parte della Commissione UE, dopo aver visionato la tabella che il governo italiano è tenuto a consegnare in Europa il 15 ottobre, e soprattutto una reazione da parte dei mercati. Ma siccome io voglio bene al mio Paese, e non ho mai pensato al ‘tanto peggio, tanto meglio’, spero che prevalga il buonsenso del ministro Tria, vale a dire che si stia all’interno del rapporto deficit/Pil dell’1,6%, che sarebbe comunque il doppio dello 0,8%, per cui si era impegnato il governo Gentiloni, e che su questa base si realizzino, o meglio non si realizzino, le promesse folli del Movimento 5 Stelle, come il reddito di cittadinanza. Che ci sia, però, almeno una qualche risorsa, a livello regolativo, per fare un po’ di riduzione della pressione fiscale, compensata da un pari taglio di deduzioni e detrazioni, e per rendere più flessibile le uscite in tema di riforma Fornero”.

Così Renato Brunetta, deputato di Forza Italia, ai microfoni di ‘Radio Radicale’.

“Se quindi Tria confermerà l’1,6%, e quindi le riforme saranno solo di tipo omeopatico, spalmate in 5 anni, senza produrre un vero shock fiscale, realizzando un semplice compromesso imbroglione per tenere in piedi un’alleanza di potere, il responso dell’Europa e dei mercati sarà positivo e di attesa, quantomeno di pericolo scampato. Se, invece, prevarrà l’opzione ‘sfascista’ del governo Lega-5 Stelle, dal giorno dopo le agenzie di rating cominceranno a spiegare che l’Italia non è credibile, che aumentano deficit e debito, e che lo spread ricomincerà ad andare verso le stelle, provocando così il credit cruch, vale a dire la contrazione dell’offerta di credito da parte delle banche, che dovranno esse ricapitalizzarsi in ragione della diminuzione del valore dei titoli in loro possesso. Comincerà un’altra tragedia per il nostro Paese dopo quella che abbiamo già vissuto dal 2011 in poi”.