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R: BRUNETTA (Ospite a ‘SkyTG24’)

 

SkyTG24

 

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DEF: BRUNETTA, “DA FARSI IN COLLABORAZIONE CON UE MA SOPRATTUTTO DA RENDERE ACCETTABILE PER MERCATI”

“Parliamo, nel merito, di quello che sta succedendo. Si sta mettendo in atto una strategia di politica economica, da farsi in collaborazione e in accordo con la Commissione europea, ma soprattutto che sia accettabile dai mercati. Io l’ho detto tante volte, abbiamo noi bisogno dei mercati e degli investitori esteri, e non sono i mercati ad avere bisogno del nostro Paese, vale a dire qualora perdiamo di credibilità, mercati ed investitori posso andarsene altrove”.

Così Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, ospite negli studi di Skytg24, in attesa della presentazione della Nota di Aggiornamento del DEF da parte del Governo.

“Se mercati ed investitori se ne vanno, dobbiamo aumentare il rendimento dei nostri titoli. L’anno prossimo, ad esempio, dovremo fare 400 miliardi di aste e, siccome se ne fanno all’incirca una al mese, per 10 mesi avremo 40 miliardi medi al mese che noi dobbiamo offrire al miglior acquirente. Ma se l’Italia non è appetibile e non è credibile, e non è considerata un Paese serio su cui investire, noi dovremo alzare sempre di più il rendimento di questi titoli per far sì che qualcuno li compri. E, naturalmente, più si alza il rendimento, più troveremo non investitori a comprare, bensì speculatori che ci provano. Tutto questo vuol dire impiccarsi ai rendimenti e allo spread”.

 

MANOVRA: BRUNETTA, “REDDITO VA PRIMA PRODOTTO, DISTRIBUZIONE IN DEFICIT TORNA INDIETRO COME BOOMERANG”

“1,6%, 2,4%, cosa vogliono dire? Parafrasando con la metafora della vasca che ho più volte spiegato, noi diciamo che il livello di flusso del rubinetto ottimale (flusso di deficit), che mantiene invariato il livello dell’acqua nella vasca da bagno (stock di debito) ed evita il collasso, l’allagamento e lo straboccamento, è all’1,6-1,7%.

“Se non ci preoccupassimo dell’allagamento e dessimo un colpo di matto, andando a 2,4-2,5%, vuol dire che avremo un po’ più di risorse in deficit, non prodotte, ma da spendere. Se ottenessimo, cioè, una cifra pari a 20 miliardi, questo comporterà che anche il rendimento dei titoli passerà dal 3 al 4,5. Vorrebbe dire che noi spendiamo più di questa cifra (20 miliardi) in servizio del debito, vale a dire che dobbiamo pagare di più gli investitori. La casa si allagherebbe lo stesso e inutilmente. Il vero problema, quindi, è che prima di distribuire il reddito, lo si deve produrre e se non si produce e si fa distribuzione in deficit, tutto questo ti ritorna indietro come un boomerang”.