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GOVERNO. Non ci preoccupiamo dei forconi, ma del ceto medio. La nostra offerta politica è il sole in tasca di Berlusconi

 

Forza Italia

 

L’avvenimento centrale di ieri non sono le esternazioni del presidente Napolitano.  Esse sono letteralmente “esternazioni”.

 

Appartengono all’esterno della vita quotidiana della gente. L’avvenimento centrale di ieri è il fatto che milioni di persone si sono alzate dal letto, sono uscite di casa, con la voglia di fare ma un peso sul petto.

 

Il desiderio di lavorare resiste, ma l’animo è mortificato dallo Stato che tassa e dalle banche che negano crediti, e c’è una foschia diffusa sul presente e tanto più sulle prospettive di futuro per sé e i propri figli. Eppure la gente ha bisogno che si apra uno spiraglio di luce. Che soffi un poco d’aria pura. Questa è esattamente la missione politica di Forza Italia, che ritrovando la freschezza dell’inizio ha il privilegio di avere una guida e un leaderSilvio Berlusconi!con il sole in tasca.

 

Qui non stiamo trattando dei forconi e del loro mercoledì da spelacchiati leoni. Essi sono – come direbbe Marx – un epifenomeno, una superfetazione persino ingigantita dai media, e forse da oscure ingerenze di potenze straniere, le quali fomentano rivolte per intorbidire una sofferenza purissima che non chiede violenza ma ascolto e risposte.

 

Berlusconi e Forza Italia non cavalcano i forconi, non vellicano il ribellismo.

 

Figuriamoci. Ma ci rendiamo conto che chiassate e presidi velleitari sono segnali in fondo marginali e – speriamo – folcloristici  di qualcosa di ben più grave e profondo.

 

Le contestazioni contro lo Stato delle tasse e le banche dell’usura, le urla contro la politica inconcludente e arraffona  ci rendiamo conto essere largamente condivise da quei ventiquattro milioni di persone che non hanno più voglia di votare, e si sono spostati tendenzialmente fuori dal sistema.

 

Questa è un’accusa che ci riguarda, e che deve scuoterci. Arriva dai lavoratori autonomi, da artigiani, professionisti,  piccoli imprenditori e dai loro dipendenti, da commercianti, padroncini di Tir. È gente nostra. Dobbiamo darle casa, conforto, strumenti di lotta alla loro speranza.

 Berlusconi

Abbiamo una grande giustificazione, ma non dobbiamo farcene scudo: l’assalto economico contro il ceto medio è coinciso con l’aggressione golpista a Berlusconi e al suo governo. Non è un caso.

 

Gli effetti sociali della crisi sono stati coscientemente incrementati da una volontà egemonica della Germania merkeliana, coadiuvata da quinte colonne interne come Monti  & C, che hanno cercato l’assassinio politico di Berlusconi e della nostra parte politica.

 

La nostra strategia politica di oggi è tesa a dar casa e ridare respiro ai sogni di questo ceto medio strozzato dalla crisi economica, e senza difese di Welfare, trascurato da tutti. Intendendo per “medio” non la media aritmetica o statistica, e neanche un dato puramente sociologico. Ma il tipo dell’italiano, il nerbo del nostro popolo, i suoi ideali forti e semplici. Gente che vive di lavoro, e lo ama così tanto da voler rischiare in proprio e da avere il desiderio di offrirne ad altri, creando occupazione, benessere, avvenire, non affidato allo Stato e ai suoi piani dove le persone sono numeri, ma alla positività della fatica, dell’affetto familiare, dell’impegno, dell’alzarsi presto al mattino.

 

Per meno di questo la politica è ruberia. Non solo spreco di denaro ma furto di buona fede. Forza Italia di Silvio Berlusconi è questa passione. Con la sofferenza degli italiani per uscirne insieme.

 

PER APPROFONDIMENTO, LEGGI: “IL MATTINALE – 17 dicembre 2013”