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R. BRUNETTA (Lettera ad ‘Huffington Post’) – ECCO PERCHE’ LA MANOVRA GIALLOVERDE AVRA’ EFFETTI RECESSIVI SULLA CRESCITA

 

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La Legge di Bilancio del Governo gialloverde avrà effetti netti recessivi sulla crescita, dovuti ad una spinta espansiva molto ridotta generata dalle misure assistenzialistiche inserite nella manovra e ad un moltiplicatore recessivo molto accentuato dovuto all’aumento dei rendimenti sui titoli di Stato, dal credit crunch, dalla fuga di capitali da parte degli investitori stranieri e dall’effetto ricchezza negativo per le famiglie dovuto al crollo dei valori delle azioni, delle obbligazioni e dei titoli di Stato detenute dalle stesse.

Un recente lavoro degli economisti Olivier Blanchard e Jeromin Zettelmeyer arriva alla conclusione che “gli effetti generalmente espansivi della manovra bocciata dalla Ue verrebbero prevedibilmente annullati dall’impennarsi dei tassi di interesse”. Lo studio quantifica nello 0,8% l’impatto sul Pil derivante dalle misure espansive e dall’incremento di spesa pubblica effettuate dal Governo. Probabilmente, questa stima è anche troppo generosa, considerando che il reddito di cittadinanza, per strutturale inefficienza amministrativa dei nostri servizi per l’impiego, incapaci di qualsiasi intermediazione nel mercato del lavoro, si configurerà come mero sussidio passivo agli individui, quindi con elevatissimi rischi di utilizzo opportunistico inefficiente. L’impatto sarebbe poi disastroso sul mercato del lavoro, in quanto aumenterebbe il lavoro nero e, necessariamente, i minimi salariali a fronte di nessun incremento di produttività. L’effetto finale sarebbe quello di avere più deficit, più lavoro nero e più inflazione, senza alcuna positività dal lato dei consumi. I sussidi, non andando ai poveri ma agli approfittatori, si trasformerebbero quasi totalmente in risparmi, con maggiori costi del lavoro per le imprese e le famiglie, dato l’aumento dei minimi salariali.

Lo studio calcola anche un effetto demoltiplicatore del credito pari a 0,8 punti percentuali per ogni 100 punti base di aumento nei tassi d’interesse dei titoli di Stato. Considerando che negli ultimi mesi tale aumento è stato pari a quasi 200 punti base, il risultato complessivo (negativo) è pari al 16% in meno di credito. Se poi consideriamo anche che l’aumento dei rendimenti sui titoli di Stato provoca un aumento anche degli interessi applicati dalle banche, l’effetto demoltiplicatore degli investimenti aumenta. Facendo la banale somma aritmetica tra i ridotti effetti espansivi e gli elevati effetti recessivi l’impatto netto risulta negativo, ovvero la manovra produrrebbe solo recessione. Una dimostrazione di quanto il ministro dell’Economia Giovanni Tria aveva già anticipato mesi fa, quando aveva affermato che la cattiva reputazione sui mercati produce un aumento di spread tale da annullare gli effetti positivi dell’espansione fiscale. Noi abbiamo dimostrato che, in realtà, la cattiva reputazione e la cattiva politica economica producono addirittura una perdita netta in termini di Pil per l’economia italiana.