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MANOVRA: BRUNETTA, “GOVERNO ESCLUDENDO IPOTESI MANOVRA CORRETTIVA NON ONORA IMPEGNI PRESI CON L’EUROPA”

 

Conte e Tria

“Bisogna smentire le frasi vuote, ma piene di retorica, del professor Conte di ieri durante il question time al Senato e di tutti gli esponenti del Governo che hanno escluso ogni ipotesi di manovra correttiva, perché hanno sottoscritto, nel mese di dicembre, un accordo con l’Unione Europea che prevedeva, in caso di scostamento dei conti pubblici, anche in corso d’anno, un intervento correttivo. È stato addirittura previsto, e ce lo ha ricordato il ministro Tria, un bonus cauzionale di 2 miliardi di euro, all’interno della manovra, al fine di tamponare, in caso di necessità, buchi di bilancio.

Purtroppo, però, l’andamento congiunturale negativo da fine 2018 ai primi mesi del 2019, da quello che appare, è tale da portarci direttamente verso una manovra correttiva, da vedersi non come fatto eccezionale, ma come un fatto dovuto, in ragione degli accordi presi con l’Europa. Se questi nostri eroi al Governo, buoni a nulla ma capaci di tutto, continuano a negare l’evidenza, il messaggio che daranno, non tanti ai cosiddetti burocrati europei di non onorare gli accordi, mai ai mercati internazionali, sarà devastante e disastroso.

Le dichiarazioni di Conte e compagni che non sarà necessaria nessuna manovra correttiva equivalgono a dire ‘noi degli accordi fatti con l’Europa ce ne infischiamo altamente’, ma soprattutto ‘non intendiamo mantenere nessun rigore nei confronti dei conti pubblici’, ed è quello che conta di più nei confronti dei mercati finanziari internazionali. Bastava che avessero detto ‘aspettiamo e vediamo i conti’. L’escludiamo qualsiasi ipotesi di manovra correttiva equivale a dire, per un debitore, ‘non restituisco quello che ho preso o non pago le rate di un mutuo’. Di fronte ad un debitore di questo tipo, il direttore della banca che farebbe? Chiuderebbe i conti. Ed è quello che faranno, molto probabilmente, le agenzie di rating nei prossimi mesi, a partire da oggi (quando si esprimerà l’agenzia Fitch), rivedendo al ribasso outlook e rating del debito sovrano. A quel punto, vedremo schizzare verso l’alto lo spread e i rendimenti dei nostri titoli di Stato e ricomincerà il credit crunch, vale a dire la restrizione del credito, da parte delle banche, per famiglie e imprese”.

Lo ha detto Renato Brunetta, deputato e responsabile della politica economica di Forza Italia, a Radio Cusano Campus.

 

 

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