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DEF: BRUNETTA A TRIA, “UN PNR, COME QUELLO SCRITTO DAL GOVERNO, È ACQUA FRESCA, UN SEMPLICE SPECCHIETTO PER LE ALLODOLE”

 

Giovanni-Tria-e-Renato-Brunetta

“Signor Ministro, Lei sa che a Bruxelles i documenti che vengono analizzati con più attenzione in sede di prevalutazione a maggio e poi nel Consiglio europeo di giugno, non sono tanto i quadri tendenziali dei singoli Paesi, ma i loro PNR (Piani Nazionali di Riforma), che indicano e stabiliscono le strategie di fondo dei Governi, perché è su queste che poi la Commissione Europea valuterà i dati congiunturali. Ho analizzato con attenzione il vostro PNR e, anche dalle Sue parole, ho sentito una superficialità disarmante sullo stesso, vale a dire continuità dello sviluppo delle politiche economiche da voi approvate (reddito di cittadinanza e quota 100) e poi vaghe indicazioni circa gli investimenti, le infrastrutture e la riforma fiscale. Nulla che faccia presagire quello shock, in termini fiscali e di crescita, di cui l’Italia ha bisogno. Mi preoccupo molto di quando la Commissione Europea, dopo le elezioni europee, ancora con i pieni poteri, analizzerà il nostro PNR, al di là dei numeri. Perché nel documento non c’è scritto con grande chiarezza quanto va esplicitando il vicepremier Salvini sulla flat tax ‘pesante’? Perché nel PNR non c’è scritta la sua strategia sul rilancio degli investimenti? Perché non esplicitate le coperture necessarie per realizzare questi shock di riforma? Un PNR, come quello da voi scritto, è acqua fresca, non serve assolutamente a nulla. Un semplice specchietto per le allodole”.

Lo ha dichiarato Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, durante l’audizione del ministro Tria in Commissioni Bilancio congiunte al Senato in occasione dell’esame del DEF.

“Lei probabilmente sa che a fine anno scorso, mentre noi in Parlamento dibattevamo sui numeri della Legge di Bilancio, in Europa si stavano definendo delle misure “anti-incendio” da utilizzare in caso di crisi (nuove regole di accesso all’ESM, ai prestiti Bce e alle risorse europee). E si era stabilito anche che l’accesso a tali misure di salvataggio presupponesse che lo Stato richiedente fosse in regola con i Trattati europei e avesse un debito pubblico sostenibile. Lei sa benissimo che il nostro Paese non è né in regola con i Trattati europei, tantomeno con la regola del debito. Pertanto, a queste condizioni, non potremo accedere alle misure anti-incendio. In altri termini, se si dovesse accendere un focolaio, dovremo fare da soli. Lei è consapevole di questo?”.

RIVEDI IL MIO INTERVENTO 
IN AUDIZIONE DEL MINISTRO TRIA