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R. BRUNETTA (“Il Gazzettino”): “Grande ministro, statista straordinario”

 

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AL GAZZETTINO

 

Il mio ricordo a ‘Il Gazzettino’

Brunetta: “Grande ministro, statista straordinario”

 

«Gianni era un grande amico, una grande ministro, uno statista straordinario. L’ho conosciuto a metà anni ’70, io ero un giovane ricercatore, lui un professore universitario. Non ci siamo mai più lasciati».

Non nasconde la commozione il deputato di Forza Italia Renato Brunetta per la scomparsa di quello che considera il suo maestro. «Ho imparato tutto da lui spiega – La prima lezione che mi ha fatto è ancora nel mio cuore. Mi spiegò che per capire Porto Marghera bisogna studiare attentamente i suoi cicli: rame, zinco, piombo, alluminio e cantieristica. O entravo dentro ognuno di loro o non avrei capito niente. Fare politica, mi disse, vuol dire studiare, capire: solo capendo i problemi nella loro complessità puoi avere idee per il presente e per il futuro. Non ho mai abbandonato questo insegnamento per qualunque problematica, dall’immigrazione, alla moneta alla via della seta. Tutti argomenti che lui trattò e analizzò in anticipo con capacità intellettiva e occhi lungimiranti».

Brunetta ricorda come, da suo consigliere economico, era spesso solito preparargli tabelle che De Michelis controllava attentamente, guardando le percentuali e correggendo gli errori. «I discorsi se li preparava da solo – spiega – le idee me le dava lui e io le ho realizzate. In giro per il mondo, andavamo in libreria per comprare i libri che leggevano in quei paesi, altro che in discoteca.  È stato la mente più strutturale e intelligente degli ultimi 30 anni. Gli uomini deboli di spirito si occupavano dei suoi capelli, invece era davvero un grande statista. Era in anticipo sui tempi».

Brunetta ha un ricordo: «Fui chiamato da Gianni nel 1983 come consigliere economico e io, dopo 25 anni, lo chiamai nel 2008 come mio consigliere economico. Me ne dissero di tutti i colori ma era il più bravo. Fu per me un grande onore e lo ricordo con grande dolcezza».

De Michelis aveva una resistenza infinita nel lavoro, racconta ancora Brunetta, per cui era capace di andare a ballare anche dopo una giornata faticosissima. «Negli anni ’70 doveva partecipare a una conferenza sull’occupazione a Porto Marghera che si teneva a Ca’ Giustinian – afferma il deputato –. Passammo il pomeriggio e la notte nell’ufficio di via Costa a Mestre a scrivere il dossier che doveva essere presentato all’incontro. Finito di scriverlo, alle 2 fu battuto a macchina e alle 4 io e lui preparammo e graffettammo i ciclostili. Alle 7 portammo tutto in macchina e andammo a Piazzale Roma. Io andai a casa stremato, Gianni andò tranquillamente al convegno».