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“La credibilità del nostro Paese è a zero. Non siamo neanche più così rilevanti da essere oggetto di un complotto internazionale” (Radio Radicale)

 

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“I mercati sono nervosi non tanto a causa delle dichiarazioni conflittuali con l’Europa di Salvini o Di Maio, ma a causa della guerra commerciale sui dazi, e finiranno di innervosirsi solo quando Stati Uniti e Cina troveranno un accordo, forse, nei prossimi giorni. Il problema non è la causa, ma che una situazione complicata e nervosa come questa a livello internazionale possa impattare su un Paese dell’Unione Europea, ormai ritenuto ‘barzelletta’, come l’Italia, con un Governo e una maggioranza improbabili, di buoni a nulla, ma capaci di tutto, su un Paese oramai isolato in politica estera, perché ritenuto non più credibile nel nostro Continente e nel mondo.

Siccome, però, l’Italia pesa, ad esempio sulla manifattura, con il suo debito e con la sua immagine, il risultato è che un Paese così, in una situazione di fibrillazione macro sistemica, come quella prodotta dalla guerra commerciale, porta immediatamente a far pagare il conto al Paese in questione. E il conto lo si paga con la fuga degli investitori internazionali, che non investono e non comprano più in Italia.

Oggi l’aumento dello spread non è causato, contrariamente al 2011, da un complotto internazionale contro il nostro Paese, ma è semplicemente il frutto delle cattive politiche economiche del Governo, tutte improntate ad una spesa assistenziale finanziata in deficit. Il prezzo che stiamo pagando è in termini di credibilità internazionale: se il Paese non è più credibile, nessuno ci compra e anzi, chi detiene nostri titoli nel proprio portafoglio, li vende.

Non siamo neanche più così rilevanti da essere oggetto di un complotto internazionale. Siamo semplicemente il Paese da cui fuggire. Questa è la triste verità”.

Lo ha dichiarato Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, a Radio Radicale.