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IL MATTINALE (FI): NAPOLITANO. DOPO PAROLE RIPORTATE DA ‘ESPRESSO’, ‘QUESTI SIGNORI’ ESIGONO SCUSE

 

napolitano

 

 

“Napolitano meno meno. Il dialogo di fatto tra Renzi e Berlusconi, ridimensiona le minacce di dimissioni del Capo dello Stato. Porta via il mondo dalle mani di Giorgio Pantocratore, che regge l’universo. Adesso meno meno. Si capisce di più cosa indebitamente stia “ponzando” il Capo dello Stato alla luce di una frasetta rivelatrice (vedi alla voce seguente)”. Lo scrive, nelle sue parole chiave, “Il Mattinale”, la nota politica redatta dallo staff del gruppo Forza Italia della Camera dei deputati.

 

“In vino veritas. Brindisi di fine anno con i giornalisti. Dice, dopo aver alzato il calice: “Viene fortemente contestato che si possa raggiungere un accordo tra i soli partiti della maggioranza proprio da chi nel 2005 ha imposto una legge elettorale votata a stretta maggioranza: ma che vogliono questi signori?”. Questo è lo stesso Capo dello Stato che ha accettato il settennato bis per la pacificazone nazionale, le larghe intese, il superamento degli steccati, le riforme massimamente condivise? Pare di sì. Poi improvvisamente, in un momento di lieve festosa ebbrezza, tipicamente onirica, dice la verità dei suoi pensieri e sentimenti. In sintesi: lui sta dalla parte di questa maggioranza. Ne è il vero capo. Altro che Renzi. É lui il vero capo del Partito democratico, e fa sapere quale sia la strada: la sua. Blinda la maggioranza e vi si blinda dentro”.

 

“Stretta maggioranza. Non era stretta, quella maggioranza. Era ampia. E soprattutto era costituzionalmente legittimata, essendo stata insediata dal popolo con il Mattarellum. Forse Napolitano si confonde con la riforma del titolo quinto della Costituzione che passò, quello sì, per quattro voti, nel 2001, con un colpo di mano del suo partito. Ed era – appunto – materia costituzionale. In realtà, nel 2005-2006 quella maggioranza di centrodestra, che lui chiama “questi signori” e disprezza tanto, propose e fece approvare con maggior incisività quelle riforme costituzionali che lui – in modo assai più blando – richiede ora. Ed invece l’allora Ulivo di Napolitano ne capitanò la bocciatura per referendum confirmativo”.

 

“Lorsignori. La frase più suggestiva è: “… ma che vogliono questi signori?”. Come dire: è illegittimo, illecito, non si fa. E’ il conte del Magdeburgo che parla ai suoi compagni di banchetto dopo essere stato disturbato da forestieri, e li guarda uscire insalutati ospiti dal castello additandoli come prepotenti e senza patria. Ci sono echi di Fortebraccio e del dispregiativo “Lorsignori”. Non sono rappresentanti legittimi del popolo, ma signorotti, gente che maleducatamente invade un territorio posseduto dal Principe. A che articolo della Costituzione si riferisce? In realtà sembra una scomunica di Renzi, il quale poveretto lo aveva anche elogiato dopo il discorso dell’ultimo dell’anno alla nazione, dove bene o male forse ci sono anche quelli che hanno votato “questi signori””.

 

“Più accelerato che Espresso. Si noti. Nei tempi della comunicazione in tempo reale vince l’omertà del patto di connivenza cartilaginoso tra potere e i suoi cicisbei. La frase di cui sopra è riferita dall’”Espresso” nel numero in edicola il 3 gennaio. Era stata pronunciata mercoledì 18 dicembre. E non in una telefonata segretata, né in un colloquio a quattr’occhi. No, nella grande sala piena di specchi e di registratori. É bastato che un addetto stampa dicesse: “Ehi questa è confidenziale”, e nessuno ha fiatato. E il prevalente interesse pubblico? Che ne dice l’Ordine dei Giornalisti? Hanno fatto il loro dovere i cronisti? O ha mancato alla morale quello dell’”Espresso” che sia pure con quindici giorni di letargo alle spalle alla fine si è svegliato? Fuori i nomi…”.

 

“Doppiezza togliattiana. Napolitano resta il ragazzo scelto da Togliatti nelle fila degli intellettuali della borghesia napoletana. Ne ha appreso la doppia morale, la doppia verità. Così ai complici, intortati dal buffet e dalla compiacenza del manto azzurrino del Colle, si indica da che parte stare e a chi indirizzare il ludibrio, e con la nazione si finge di essere superpartes, lanciando dolenti messaggi di autocommiserazione. Non va bene. “Questi signori” esigono rispetto e scuse, sono i rappresentanti di dieci milioni di italiani, signor Presidente della Repubblica”, conclude “Il Mattinale”.