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R. BRUNETTA (Intervista a ‘Il Gazzettino’): “ Un quesito inutile e senza senso. Non andrò a votare“

 

 

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Questa volta Renato Brunetta non andrà a votare. Per scelta ragionata e per cause di forza maggiore, dato che ha il presidente dei deputati di Forza Italia ha trasferito la residenza a Roma.
In queste settimane i sostenitori del sì hanno criticato la linea di quanti vogliono far mancare il quorum con l’astensione dalle urne. Dicono che è uno schiaffo alla democrazia e un brutto segnale per i cittadini che non si fidano più dei politici.

«L’ho già detto e lo ripeto anche in questa occasione: per Forza Italia si tratta di un referendum inutile e per questo riteniamo di non votare. È una linea perfettamente legittima, perchè la scelta è legata alla natura stessa del referendum consultivo, al quale si può partecipare in tre modi: votando sì, votando no o non andando semplicemente a votare. Tutto qua».
In questo quinto referendum Venezia, intesa come centro storico, è sembrata più motivata a chiedere la separazione. Gli incontri sono stati molto partecipati e non sono mancate iniziative di protesta molto evidenti. Per quali motivi, secondo lei? Ha influito l’acqua alta eccezionale di questo mese, la polemica nei confronti di un sindaco che non viene dal centro storico, il turismo di massa?

«Francamente non riesco a comprendere queste ragioni. In queste settimane il sindaco ha affrontato l’emergenza in modo esemplare. Si è comportato in modo straordinario e i risultati dell’ultimo Comitatone sono stati altrettanto straordinari. Quello che è successo, con l’acqua alta arrivata a un metro e 87 centimetri, richiede coesione e senso di responsabilità da parte di tutti. Altro che promuovere l’ennesimo referendum sulla separazione di Venezia e Mestre».
Resta il fatto che in queste settimane a Venezia la mobilitazione dei promotori del referendum sia stata massiccia

«Ripeto, se nel suo discorso di insediamento alla Commissione europea Ursula von der Leyen, parlando di grandi strategie in tema ambientale, ha evocato la situazione di Venezia, mi sembrerebbe paradossale che da qui e dall’intera comunità locale venisse un segnale opposto».

 

In questa tornata lei e Massimo Cacciari vi trovate dalla stessa parte. E ieri l’ex sindaco ha definito “mentecatti” i sostenitori del sì…

«Su Cacciari mi limito a dire una sola cosa: Federico di Svevia, quando voleva punire una provincia ribelle, mandava ad amministrarla un filosofo».

 

Ma non teme che sia un segnale negativo che un politico snobbi una consultazione e inviti a disertare le urne?

«Ho grande rispetto per la democrazia, in tutte le sue forme. E un referendum, quando viene indetto, è sempre un atto di democrazia. Poi, una volta riconosciuto questo principio, uno decide se andare a votare o astenersi. Non m’interessa se poi ci sono giudizi di altro tipo, il metodo democratico è questo».