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R.BRUNETTA (Editoriale su ‘Milano Finanza’): “Tre bazooka per salvare l’Europa”

 

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La proposta: si mettano insieme le risorse degli Stati, della Bce e dell’Esm per sconfiggere gli effetti del Coronavirus

 

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Per rispondere alla crisi del Coronavirus, che è tanto sanitaria, quanto economica e finanziaria, occorre che l’Europa proceda immediatamente su tre direttrici fondamentali.

La prima è quella della Banca Centrale Europea, ripristinando il whatever it takes del 2012 di Mario Draghi e attuando tutte le strategie di politica monetaria necessarie per immettere liquidità nel sistema, salvare le banche e fornire risorse per una potenziale ripresa economica (taglio dei tassi d’interesse, aumento dell’ammontare e del perimetro del quantitative easing, considerando anche l’acquisto di altre asset classes, come gli ETF, nuovi LTRO e TLTRO a condizioni favorevoli, pensando anche ad aste targetizzate per le PMI, allentamento delle normative comunitarie sulle banche).

Ma questo non basta per evitare la crisi finanziaria e nei mercati. Come diceva sempre Mario Draghi, è necessario che la politica monetaria sia in grado di trasmettersi all’economia reale attraverso le politiche economiche dei singoli stati. Il secondo pilastro della strategia deve essere quindi quello a livello nazionale. I singoli stati devono lanciare politiche economiche di sviluppo, di crescita e di riforme e di welfare a livello interno, senza particolari vincoli europei, in maniera da rispondere alle esigenze delle loro popolazioni, famiglie, imprese e banche nella maniera più ferma e determinata. L’esempio dei 25 miliardi di euro del primo decreto del Governo Conte è un primo passo ma dovrà essere seguito, mese dopo mese, da interventi di egual portata finalizzati alla recovery.

Ma tutto questo non sarebbe ancora sufficiente se non ci fosse anche e soprattutto un impegno straordinario da parte dell’Unione Europea, in forma coordinata, non egoistica ma solidale: impegno aggiuntivo rispetto agli interventi degli singoli Stati. In altri termini, non bastano i 550 miliardi della Germania, se la Germania ragiona in termini autarchici; non bastano gli oltre 50 miliardi della Francia; e certamente non bastano i 25 miliardi dell’Italia e di tutte le altre politiche economiche che gli altri paesi dell’Unione metteranno in atto. Occorre, invece, che l’Europa faccia uno sforzo solidale, coordinato e simultaneo di impulso alla crescita. E tutto questo può e deve avvenire non tanto con le limitate risorse del bilancio europeo, quanto utilizzando gli strumenti che in Europa già ci sono, ad esempio il MES, “fondo salva stati” (attualmente dormiente), che deve trasformarsi immediatamente in “fondo salva Europa”, senza condizionalità Stato per Stato, ma come fondo coordinato per gli investimenti contro la crisi, temporaneo e mirato, le strategie di sviluppo e crescita per l’intera Europa, dando quindi un segnale positivo ai mercati e non che questo o quel paese che chiede l’intervento del fondo è il paese più a rischio in quel momento, con la inevitabile speculazione che ne conseguirebbe, ma dando il segno di un New Deal europeo. Intanto 650 miliardi ma se ce ne fosse bisogno anche di più, per un efficiente bazooka europeo.

Abbiamo bisogno di un bazooka europeo. Fuori da qualsiasi valutazione di azzardo morale, Stato per Stato. L’Europa potrebbe far intervenire anche la BEI e tutti gli altri istituti o fondi a disposizione. Riassumendo: il bazooka monetario della banca centrale, i bazooka nazionali e soprattutto il bazooka europeo a partire dal fondo salva stati. Il tutto, fuori dal vecchio paradigma dei tetti, dei compiti a casa, del “sangue, sudore e lacrime”, delle linee di credito condizionate, per questo o per quel Paese, ma una strategia combinata salva Europa. O ci si salva insieme, o meglio che ciascuno riprenda da solo il suo percorso.

Lo ripetiamo ancora una volta: se l’Unione Europea mettesse insieme simultaneamente queste strategie sarebbe la più grande risposta politica, economica, finanziaria e, soprattutto, morale alla crisi globale. Non c’è tempo da perdere.