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CURA ITALIA: BRUNETTA, “PARLERÒ A GUALTIERI. SUBITO ALTRI 50 MILIARDI”

 

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La mia intervista all’AGI

 

(AGI) – Roma, 24 mar. – “O si fa l’Europa del pronto intervento o si muore”.

Alla vigilia di riunioni delicate e decisioni fondamentali delle istituzioni economiche comunitarie, Renato Brunetta, deputato, ex-ministro e responsabile Economia di Forza Italia, intervistato dall’AGI delinea un quadro netto e scenari altrettanto chiari per evitare la rovina economica a tutti i livelli, durante e dopo l’emergenza coronavirus.

“L’Europa deve mettere in campo tutti i ‘whatever it takes’ necessari, non solo quelli relativi alla Bce, che lo sta già facendo, dopo la gaffe di Christine Lagarde, col quantitative easing per tenere sotto controllo tutti gli spread. Questa è un’ottima notizia ma la Bce non basta, perchè occorre tutta la ‘cassetta degli attrezzi’ europei, affinchè la politica monetaria si trasmetta all’economia reale. Occorre che tutti gli altri strumenti, senza perdere tempo, siano messi in funzione. Ci vuole tutta una strategia di interventi, e che si dia una svegliata al Fondo salva stati, a cui bisogna fare l’elettrochoc”.

“O questi strumenti ripartono subito o meglio lasciarli morire col loro encefalogramma piatto e la loro inerzia. Noi abbiamo già fatto proposte: l’Ecofin e l’Eurogruppo prendano decisioni senza perdere troppo tempo. O è sì o è no. Conosciamo tutti il funzionamento di questi strumenti, quali sono i pro e i contro, sappiamo tutti come può funzionare il MES, ora ci dicano cosa vogliono fare”.

Ma c’è anche il fronte interno, coi decreti già approvati dal governo e quelli che seguiranno, e il canale di comunicazione riaperto tra governo e opposizione, in attesa dei passaggi parlamentari.

“Il nostro Paese programmi da subito un’altra richiesta al Parlamento di scostamento dal deficit. Lo scostamento chiesto e ottenuto due settimane fa, alla luce di quello che sta succedendo, appare insufficiente. Noi avevamo indicato un primo scostamento pari all’1,7 per cento del Pil, pari a 30 miliardi di euro. Il governo balbettò prima lo 0,2 per cento, poi arrivò all’1,3 per cento, gli attuali 25 miliardi. I fatti stanno travolgendo anche questa decisione e quindi occorre mettere in cantiere un altro voto del Parlamento per almeno altri tre punti di Pil, vale a dire almeno altri 50 miliardi”.

“Si convochino le Camere già la prossima settimana per il voto con l’impegno del voto unanime come già accaduto 13 giorni addietro, col conseguente impegno del governo a spendere queste risorse, perchè ad oggi tutti i decreti non hanno portato a un solo euro speso. Occorrono interventi veri, fattivi, che vadano ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese. Ma si deve fare subito. I 25 miliardi già stanziati, lo ripetiamo, vanno spesi e dobbiamo mettere in cantiere almeno altri 50 miliardi. Dobbiamo, oltre che modificare e migliorare i decreti già approvati, mettere in campo quest’altra strategia, finche’ gli spread sono ancora sotto controllo e i rendimenti dei titoli del debito pubblico da mettere all’asta contenuti”.

“Di questo parlerò oggi alla Camera col ministro Gualtieri. Speriamo che le istituzioni europee accompagnino in modo netto e intelligente le strategie degli Stati. Le politiche monetarie si devono trasmettere subito alle economie reali. Questo è il momento”.