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R.BRUNETTA (Editoriale su ‘Milano Finanza’): “SE IL 2020 SARÀ DI FATTO UN ANNO “SABBATICO”, METTIAMO DA SUBITO IL FIENO NECESSARIO IN CASCINA E COMUNICHIAMONE LA QUANTITÀ AGLI ITALIANI: NUOVO SCOSTAMENTO DA 75 MILIARDI E A GIUGNO LA LEGGE DI BILANCIO 2021, FACCIAMOLO PER IL BENE DEL PAESE”

 

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Ecco come finanziare l’appello da 300 miliardi di MF-Milano Finanza

Con 30-35 miliardi di euro una tantum, pari a due punti di indebitamento nel 2020 e sulla base della normativa di riferimento, lo Stato può garantire liquidità per 400-500 miliardi, pari al 25% del loro fatturato, a tutte le PMI italiane

 

Tutta la letteratura economica riguardante le risposte che gli Stati possono dare alle situazioni di crisi (guerre, crack finanziari, terremoti, pandemie) è concorde nell’affermare come le decisioni di politica economica e di spesa del “tutto e subito” siano quelle più efficaci ed efficienti, per ridurre il grado di incertezza di tutti gli operatori economici, famiglie e imprese. E come è noto, in economia e nella vita sociale, l’incertezza è un costo insopportabile soprattutto nel breve periodo.

In altri termini è sbagliato, ci dice sempre la letteratura, inseguire le onde e gli stati di crisi di questo o quel settore, o categoria sociale; mentre, invece, la risposta più corretta e giusta è quella di definire immediatamente il piano d’intervento con l’intero ammontare di spesa da impiegare come, nei tempi più recenti, nel caso da manuale dei 2.000 miliardi di dollari stanziati dall’amministrazione Trump. E solo successivamente declinare all’interno dell’ammontare dell’intervento pubblico così definito gli interventi settoriali a favore delle famiglie e delle imprese, ivi compresa la moratoria degli obblighi fiscali. Dunque decisioni immediate, messaggi chiari, politiche semplici da comunicare. Tutto il contrario di quello che si è fatto da parte del Governo delle quattro sinistre. Il nostro Esecutivo, infatti, non solo ha percepito tardi la crisi, ma ha messo in piedi provvedimenti spaventosamente complessi dal punto di vista normativo e di difficilissima implementazione, senza sentire il bisogno di individuare un action plan “complessivo” dentro cui collocare temporalmente e qualitativamente le singole misure.

Fin dall’inizio di questa crisi l’opposizione aveva chiesto al Governo di votare al più presto 30 miliardi di euro di scostamento dal deficit programmato (non erano altro che l’entità dell’avanzo primario del 2019), secondo quanto previsto dalle attuali normative costituzionali e europee. Il Governo, già da allora, in confusione mentale, ma con gran sussiego, ci ha risposto che sarebbero bastati 3,6 miliardi, che dopo qualche giorno erano già saliti a 7-8, per poi arrivare a 25. Quando si dice la consapevolezza e il senso di responsabilità. Con questi 25 miliardi il Governo ha finanziato il primo decreto Cura Italia, decreto che però è ancora nelle more delle decisioni sempre più faticose e conflittuali della maggioranza, con i lavori parlamentari già in ritardo.

In ogni caso, il decreto sembra già non bastare, tanto avendo a riguardo la platea degli interventi, quanto alle risorse necessarie. Siamo inoltre ancora alle fasi preliminari per quanto riguarda i decreti cosiddetti di aprile, mentre sta giustamente incalzando il dibattito circa un decreto stralcio in tema di liquidità bancaria verso il mondo delle piccole e medie imprese. Bene, certamente, ma ancora una volta a rimorchio e in ritardo rispetto a quello che hanno già deciso e fatto Francia, Germania e Stati Uniti.

Perché non abbiamo messo in piedi già nel Cura Italia l’intervento universale sulla liquidità per le PMI? I numeri erano e sono chiari, come dimostrato da un primo studio compiuto dall’ex viceministro dell’Economia Enrico Zanetti, che ha stimato che con 30-35 miliardi di euro una tantum, pari a due punti di indebitamento nel 2020 e sulla base della normativa di riferimento, lo Stato può garantire liquidità per 400-500 miliardi, pari al 25% del loro fatturato, a tutte le PMI italiane (art. 56 del DL 18/2020).

Se questi sono i numeri, come abbiamo detto, la nostra proposta rimane quella di votare già dalla prossima settimana in Parlamento uno scostamento di altri 75 miliardi, destinandone 35 al fondo per la liquidità e il resto per le definitive moratorie in campo fiscale, ben più serie di quelle fin qui decise, per un ulteriore ammontare di 25-30 miliardi a copertura del minor gettito previsto. Così si arriva ai 75 miliardi chiesti da tutto il centrodestra.

A questo punto occorrerà riflettere, cosa che il Governo non ha ancora cominciato a fare, in termini di Documento di Economia e Finanza da approvare entro il mese di aprile, con relativo Piano Nazionale delle Riforme e iniziare così la fase programmatica della sessione di bilancio. E’ importante iniziare sin da subito questa riflessione perché in sede di DEF andranno individuati gli ulteriori scostamenti per il 2020, con particolare riferimento alla fase 3, quella della definitiva cancellazione del lockdown e della ricostruzione con il piano da noi più volte sollecitato di investimenti pubblici e privati.

Occorre, dunque, mettere tutto il fieno necessario in cascina e comunicarne la quantità agli italiani, considerando che il 2020 sarà di fatto un anno “sabbatico”. Un anno in cui non ci sono vincoli europei da rispettare; non ci sono particolari esigenze di contenimento di deficit e debito, ma solo obiettivi di combattere la pandemia e salvare l’economia del Paese.

Sarebbe davvero insensato non approfittare di questa opportunità, solo perché il Governo giallorosso è indeciso a tutto dal punto di vista politico (la sua sgangherata maggioranza) e frenato dalle prepotenti e anacronistiche burocrazie finanziarie, che guardano più al passato che al presente e al futuro.

Noi intendiamo incalzare il Governo sia sul metodo della condivisione e delle strategie, sia sul merito dei singoli provvedimenti. Serve uno scatto di consapevolezza e volontà politica, per gestire nella maniera più chiara ed efficace la fase dell’emergenza, magari anticipando a giugno-luglio la definizione e l’approvazione della Legge di Bilancio per il 2021. Ecco, queste sono le cose da fare.

Noi di Forza Italia e tutto il centrodestra siamo pronti a votare un percorso di questo genere. Il Governo ci dica se è in grado di prendere assieme a noi queste decisioni per il bene del Paese.