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R.BRUNETTA (Intervista ad ‘Avvenire’): “Forza Italia d’accordo sul ricorso al MES. Rischiamo un Pil a -11%, no a pregiudizi”

 

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«Vorrei parlare solo di futuro, lasciando fuori le partigianerie, e ragionare su come far ripartire questo Paese per un nuovo inizio…». Al telefono Renato Brunetta, economista, ex ministro e storico esponente di Forza Italia, prova a smorzare le polemiche maggioranza-opposizione, chiede «un’operazione verità» sulla crisi e le strategie per la ripartenza, e marca la distanza con gli alleati di Lega e Fdi sul Mes, invitando il governo a farne uso: «Dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a disposizione, senza pregiudizi ideologici, non possiamo permettercelo».

Dunque niente scontri in questa fase?

Se vogliamo guardare al futuro c’è una precondizione: coesione, unità, condivisione, altrimenti non si va da nessuna parte.

Condivisione con l’attuale governo?

Anche con questo governo. Bisogna guardare ai fatti. Finora, però, c’è stato poco ascolto e abbiamo preso degli schiaffi in faccia, come nella conferenza di Conte dell’altra sera. Chi è al governo ha un dovere di responsabilità in più, non si attacca l’opposizione a reti unificate e senza contraddittorio.

Sui fatti cosa imputa all’esecutivo?

Non è possibile che a 5-6 settimane dal lockdown non sia arrivato un euro a nessuno, cassintegrati, imprese, famiglie. All’estero i soldi stanziati sono arrivati in pochi giorni sui conti correnti dei cittadini. Serve chiarezza, immediatezza e semplicità. Non si possono fare Dpcm in serie, decreti da 100 pagine e cambiare le autocertificazioni 5 volte. Manca una strategia. Non si può navigare e vista e rincorrere i problemi.

Lei cosa propone?

Pochi punti chiari. Una moratoria fino all’autunno sugli adempimenti fiscali e contributivi per chi è stato colpito dalla crisi, come turismo, spettacolo, commercio non food. Non si possono rinviare le scadenze di un mese alla volta, è un’agonia. Secondo: a chi è stato in prima linea va raddoppiato lo stipendio, penso a medici e infermieri. Nel settore privato vanno azzerate le tasse ai lavoratori dell’alimentare e affini. E poi alle imprese non basta solo la liquidità per ripartire. Ci vuole anche un risarcimento per il periodo di chiusura, ci sono filiere che avranno danni per mesi se non per anni.

Quanto c’è da spendere?

Abbiamo proposto 100 miliardi, compresi i 25 stanziati a marzo e non ancora spesi.

100 miliardi di indebitamento in più mentre II Pil crolla. Ce la faremo poi a sostenerlo?

Intanto si può fare perché il Patto di stabilità è stato sospeso. Poi bisogna fare chiarezza e uscire dalla logica del giorno per giorno. In aprile c’è da fare il Def e nessuno ha ancora detto una parola chiara su questa crisi. Quest’anno rischiamo meno 11-12% di Pil e poi un rimbalzo del 6-7% l’anno dopo. Sono cifre mai viste, choc spaventosi che rischiano di ammazzare l’economia e la società italiana.

Dove prendiamo i soldi?

Per fortuna c’è la Bce, dopo i balbettii iniziali della Lagarde. Piuttosto che perderci dietro agli altri strumenti europei approfittiamo del tempo che ci è consentito dalle azioni della Banca centrale per mettere fieno in cascina. Se continuiamo a navigare a vista rischiamo grosso, a fine mese comincia la stagione della valutazione del rating del nostro debito e noi siamo a due passi dal livello spazzatura. Se subissimo un downgrade sarebbe difficile anche perla Bce continuare a comprare i nostri titoli. Serve un’operazione di verità e concretezza per dare risposte prima di tutto alla gente e poi anche ai mercati.

Come giudica il mezzo accordo in Europa?

II Fondo disoccupazione e i finanziamenti della Bei sono utili ma non risolutivi. Quanto al Mes, l’Italia ci ha messo dentro 14 miliardi di euro, ora prendiamoci i 36 che ci spettano, dato che è una linea di credito senza condizioni, per rifare la nostra Sanità. Non vorrei regalarli agli altri per ragioni di pregiudizio ideologico. Vanno usati tutti i fondi disponibili, sporchi maledetti e subito.

E i coronabond?

Il punto centrale è capire le condizioni. Se è un fondo con garanzie europee, a tassi bassi e alta potenza di fuoco da 500-1.000 miliardi, evviva. Sarebbe il bazooka dei bazooka. Ma se non ci sta la Germania, non serve a nulla.

Giusto prorogare le chiusure al 3 maggio?

Prorogare è facile, il problema è cosa fare dopo. Non abbiamo sentito una strategia su come controlleremo l’epidemia e su come ricostruire un Paese in malora. Le commissioni vanno bene, ma serve la politica, quella che decide e risolve.

Pensa a un nuovo governo?

Vorrei un governo che governi. È come andare in bicicletta, sei vai troppo piano cadi.