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RENZI. Ha torto: è davvero il governo di “Scherzi a parte”. E lui ne è il padrone. Si prenda la responsabilità di mandarlo a casa invece di giocare a fare lo spiritoso

 

 

Renzi

 

 

Renzi ha torto: siamo davvero su “Scherzi a parte”. Ieri si era lamentato a nome degli italiani, facendo lo spiritoso dalla Gruber su La7. Capita che 80mila insegnanti si trovano a dover restituire centocinquanta euro al mese, a causa della sguaiataggine di chi ha concesso loro un aumento che pare non andava assegnato.

 

Renzi si fa bello di questo errore: “Qui non siamo su Scherzi a parte, è il governo dell’Italia, e il governo ha fatto una figuraccia”.

 

Ehi, caro il nostro Renzino “chi”. Stavolta non può dire “governo chi?”. Non può fingere sia uno sconosciuto. Il problema è infatti che questo è il “suo” governo, di cui come segretario detiene la quota di ultramaggioranza. Per robe così si manda via l’amministratore delegato, e l’azienda paga i danni.

 

Troppo comodo essere padrone del governo, e poi farne il contestatore. Non si può giocare due parti di comodo nella commedia, pur di prendersi gli applausi.

Questa non è una commedia ma un dramma che sta scivolando in tragedia, e – lo voglia o no – ne è l’impresario. Renzi invece discute di piani da attuare da qui all’eternità, poi consente che dalle sue fabbriche escano Tir carichi di merce avariata.

 

Sta capitando anche a proposito della legge sulle province.

A cui lui stesso ha messo il sigillo di garanzia e che noi dimostriamo, in un articolo del nostro Paolo Russo,  essere una truffa.

 

Siamo noi ad avere il diritto di lamentarci, essendo all’opposizione. Renzi dovrebbe chiedere scusa avendo le chiavi della ditta. Invece  discute di futuro, atteggiandosi a “so-tutto-io” e non mette in causa il disastro presente, lo denuncia come se fosse un problema di altri.

 

Non l’ha ordinato il dottore di sorbirci il veleno Letta-Alfano, e neanche Napolitano ha il potere di obbligare il rivoluzionario Renzi ad una stabilità da scherzi a parte. A meno che sia complice. D’ora in poi è complice. Basta chiamarsi fuori.

 

Bisognerebbe che qualcuno lo informasse – magari un giornalista – della responsabilità che ha nel mantenere in vita questo strano governo, dove oltre a tradire le promesse aumentando a dismisura le tasse sulla casa (il triplo di quelle del governo Berlusconi, un terzo in più rispetto a quelle di Monti), si fanno anche gli errori da prima elementare, quelli per cui una volta la maestra avrebbe messo in testa il cappello dell’asino a Pierino.

 

Non è tempo di rimandare il governo a settembre, né di chiedergli di ripresentarsi a un prossimo esame. La nave affonda a furia di fare l’inchino alla Merkel e a Bruxelles. Per impedire il naufragio si deve cambiare equipaggio e a sceglierlo ha da essere il popolo.

 

Per questo noi ci stiamo battendo, accettando il metodo di Renzi, fatto di incontri bilaterali per arrivare presto a una soluzione. Noi abbiamo dato la massima disponibilità. Speriamo di non essere su “Scherzi a parte”.

 

 

 PER APPROFONDIMENTI, CONSULTA: “IL MATTINALE – 08 gennaio 2014”