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CAMERA: BRUNETTA, “VOTEREMO NO AL DEF E, PER CARITÀ DI PATRIA, SÌ AL DISCOSTAMENTO”

 

Brunetta Camera

 

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“Def: discontinuità. Dati i tempi, mi sembra che stiamo parlando di esoterismo, di sesso degli angeli. Vede, signora Presidente, da figlio di venditore ambulante, Le dico che gli ambulanti hanno manifestato un grido di dolore silenzioso, 60.000 persone abbandonate. Chi si sta occupando di loro? Dei più deboli? Di tutti i dimenticati, degli invisibili, che hanno perso reddito, lavoro, ogni risparmio, e che non hanno voce? Nel Paese stanno montando rabbia, rancore, paura e disperazione. Lo Stato e il Governo sono visti come lontani e assenti. Solo decreti illeggibili, DPCM cervellotici e incostituzionali (solo i più perversi sanno cosa voglia dire l’acronimo DPCM). Però tutti noi vediamo i divieti, le chiusure, le limitazioni della nostra libertà. E vediamo tanta, ma tanta burocrazia deteriore, tanta inefficienza, tanta diffidenza, tanta distanza dalla vita reale del Paese.

Sta vincendo la cattiva burocrazia, sta cambiando anche il panorama della devianza: redditi da lavoro zero. Stanno finendo i risparmi. Si comincia ad aver paura non del virus, ma del futuro nostro e dei nostri figli. Questa è la colpa più grave del Governo. Non siete stati in grado mai di dare speranza a questo Paese, di dare risposte e risolvere i problemi dell’oggi ma anche, nel contempo, di parlare chiaro. Tutto è ricondotto al pressappochismo e a task force improbabili (come se piovesse). Siete incapaci di rassicurare la gente, incapaci di raccontare e di dire la verità, facendo magari autocritica, perché fare autocritica ci porta vicino alla gente. Altro che dire, presidente Conte, “se tornassi indietro rifarei tutto””.

Così Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, intervenendo in Aula in dichiarazione di voto sulla relazione al Parlamento in merito allo scostamento di bilancio.

“Potrei disquisire, forse con qualche competenza, di deficit, debito, indebitamento netto, fabbisogno, saldo netto da finanziare, e saprei usarle anch’io in maniera opaca ed esoterica. Ma non è questo il momento dell’opacità, ma piuttosto della verità. Non potete venirci a dire che ci sono 155 miliardi di discostamento. Quello è il saldo netto da finanziare. Lo scostamento è di 55 miliardi, e i 25 miliardi (del Cura Italia) sono solo circa 19: totale 75 miliardi.

E quando, ministro Gualtieri, hai fatto il decreto liquidità, che sta mobilitando banche e imprese, bisogna dire che non era coperto, perché la copertura avviene adesso, dopo questo discostamento, con i 30 miliardi per la SACE non standardizzata. Non abbiamo bisogno di trucchi e di imbrogli, abbiamo bisogno di verità!

Non bastano i 75 miliardi, ce ne vogliono più di 100; poi ci vogliono tutti quelli del pacchetto europeo e, assieme, una Legge di Bilancio anticipata al mese di giugno per un altro discostamento. Occorre non tanto il fondo perduto per le imprese, ma i risarcimenti! E soprattutto occorre una cosa: il Piano Nazionale delle Riforme! Non averlo inserito nel DEF è una colpa gravissima, perché solo il PNR avrebbe garantito un’idea di futuro che voi dovete dare a questo Paese: quale fisco? Quale giustizia? Quale mercato del lavoro? Quale burocrazia? Quali infrastrutture? Non avete detto nulla, e spendete tutti questi soldi per fare cosa, reddito di cittadinanza? Per sovietizzare le nostre imprese? Per questa ragione, voteremo contro il Documento di Economia e Finanza e, per carità di Patria, voteremo a favore del discostamento, sperando che ce ne sia un altro e che, insieme, si possa scrivere il Piano Nazionale delle Riforme”.