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R.BRUNETTA (Editoriale su ‘Huffington Post’): “CONTE DIALOGHI O LA MANOVRINA SE LA VOTA DA SOLO (SE HA I NUMERI)”

 

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L’Europa ha stretto i tempi. A metà luglio si terrà il Consiglio Europeo dei capi di Stato e di Governo a presidenza tedesca, per chiudere la partita del piano Next Generation UE Fund. Entro settembre, poi, i paesi che intendono fruire delle risorse del piano europeo dovranno presentare in maniera concreta e puntuale, sulla base delle “Raccomandazioni Paese” della Commissione i loro programmi operativi. Questa sarà anche la premessa per poter fruire dei prestiti ponte in autunno, in grado di garantire liquidità immediata rispetto al grosso delle risorse che sarà disponibile solo dalla seconda metà del 2021.

Nel mentre si sta precisando questo calendario, il Governo è in pieno caos, assieme alla sua maggioranza. Non me ne vorrà il presidente Conte ma assistiamo a comportamenti ripetuti e masochistici di attori buoni a nulla, ma capaci di tutto. Al contrario, un’opposizione fin troppo comprensiva, da quasi quattro mesi, sta dimostrando un enorme senso di responsabilità, in Parlamento e nel Paese, votando, in particolare, due scostamenti di bilancio per un totale di 80 miliardi di euro, che sono stati alla base, in termini di risorse finanziarie, dei tre decreti che il Governo ha emanato (Cura Italia, Liquidità, e Rilancio), per fronteggiare la pesante crisi economica e finanziaria che il paese ha attraversato.

L’atteggiamento del Governo, su questi tre decreti, è stato, però, di totale chiusura nei confronti delle richieste dell’opposizione, che pure quelle risorse, come abbiamo visto, necessarie per finanziarli, le ha votate. Ma non solo. Pensiamo al tema della giustizia: l’altro ieri su una cosiddetta riforma, per decreto, pasticciata, caotica e giustizialista delle intercettazioni ancora porte in faccia all’opposizione. Sempre sulla giustizia, pensiamo anche al tema della separazione delle carriere. Pare che la maggioranza stia tentando di formulare emendamenti soppressivi rispetto ad un disegno di legge che abbiamo voluto noi come opposizione, ma che ha anche proposto un vasto movimento di opinione con la raccolta di firme per un disegno di legge di iniziativa popolare. Un atteggiamento, questo della maggioranza, lo ripetiamo, di una arroganza inaudita e mai vista.

Doveva, il Governo, portare il Piano Nazionale delle Riforme in Parlamento insieme al Def. Non l’ha fatto (su momentanea deroga europea), ma ora di quel piano si son perse le tracce. Il presidente della Repubblica aveva chiesto condivisione e coesione sui provvedimenti da prendere per contrastare la crisi pandemica; l’Europa chiede, ovviamente, condivisione e che il Paese sia unito nella sua strategia per uscire dalla crisi. E cosa fa la maggioranza? Passa di vertice in vertice, per decidere come spartirsi e dividersi le risorse (gli 80 miliardi dei primi 2 discostamenti e i probabili 20 di un terzo), senza tessere alcun dialogo con l’opposizione. Avevamo chiesto ad inizio pandemia il doppio relatore (uno di maggioranza e uno di opposizione) per ciascun decreto: neanche a parlarne; avevamo chiesto di condividere il Piano Nazionale delle Riforme; abbiamo chiesto una sessione parlamentare speciale dedicata al pacchetto europeo in vista del prossimo Consiglio del 17-18 luglio; avevamo reiteratamente chiesto di votare in Parlamento il mandato a Conte per i quattro precedenti consigli europei, e il Governo ha deciso, ogni volta, di usare degli escamotage ridicoli proprio per non votare, derubricando quei consigli a semplici incontri informali. Avevamo anche chiesto di anticipare a prima dell’estate l’approvazione della Legge di Bilancio, con i relativi collegati e deleghe, in maniera da mettere in sicurezza il 2020 e il 2021, e di presentare per tempo i conti pubblici e le riforme in Europa. Anche su questo il Governo non è venuto incontro in nessun modo alle nostre richieste.

Un atteggiamento arrogante, ai limiti dell’autolesionismo, di una maggioranza debolissima che, stando agli ultimi conteggi e all’ultimo voto sul discostamento al Senato, i voti non li ha più. È una maggioranza senza maggioranza. E come sanno anche i sassi, non è neanche maggioranza politica nel Paese.

Ne deriva che se il Governo continua a tirare dritto, senza ascoltare in nessun modo le opposizioni, il terzo scostamento di bilancio (20 miliardi di euro, pare), il centrodestra non lo voterà. Anche ricordando, che sin dall’inizio della pandemia avevamo proposto complessivamente uno scostamento complessivo di 100 miliardi, da votare tutti e subito già ad aprile per dare un segnale forte al Paese, per fare la moratoria fiscale fino a fine anno, per fare provvedimenti rafforzati circa il fondo perduto da dare a chi aveva dovuto chiudere durante il lockdown per finanziare seriamente e con le opportune coperture la liquidità di piccole, medie e grandi imprese. Il Governo ci ha irriso: prima ha detto che erano sufficienti soltanto 3,6 miliardi per affrontare la crisi. I miliardi sono poi saliti, sempre per bocca del Governo, prima a 15, poi a 25 (effettivo primo discostamento), ai quali se ne sono dovuti poi aggiungere altri 30 che poi sono stati effettivi 55 (secondo discostamento). Adesso, in ritardo di tre mesi, i miliardi saliranno a 100 e non si sa ancora se saranno sufficienti, considerando che sono stati calcolati al netto dello scostamento da richiedere per avere accesso ai finanziamenti europei, per un ammontare pari a circa 56 miliardi solo per MES e del SURE. Ecco, davanti a questa arroganza, dabbenaggine, a questo macroscopico errore di valutazione sull’entità della crisi, il Governo neanche ci ha chiesto scusa per il fatto che avevamo ragione, per il discostamento da votare subito per fare quello che in economia si chiama “front loading”, vale a dire caricare tutto e subito il deficit pubblico, in maniera tale da dare certezze agli operatori economici, alle famiglie e alle imprese.

Stando così le cose, se il Governo ha la maggioranza il terzo discostamento se lo voterà da solo, così come dovrà votare da solo anche il quarto e anche la risoluzione al presidente Conte per il prossimo Consiglio europeo. Lo aspettiamo al varco. Dimostri, cioè, di essere maggioranza in Parlamento e nel Paese. Noi, ovviamente, crediamo che le cose stiano esattamente all’opposto.

Ma siccome siamo degli inguaribili ottimisti, il presidente Conte ha ancora la possibilità di cambiare rotta. Ha la possibilità di far presentare al suo ministro dell’Economia Gualtieri il PNR in Parlamento e su questo cercare la condivisione dell’opposizione, ha la possibilità di chiedere ai presidenti delle Camere di istituire già dalla prossima settimana una commissione speciale per l’analisi del pacchetto europeo (Next Generation UE Fund, MES, BEI e SURE), che faccia le opportune istruttorie, le audizioni, per fornire al Parlamento una documentazione articolata perché l’aula possa votare consapevolmente la risoluzione per l’Europa; ha la possibilità di anticipare la Legge di bilancio, con i relativi collegati e deleghe per l’attuazione delle riforme. Ha la possibilità di chiedere ai presidenti delle Camere che il Parlamento lavori anche in agosto, in maniera da dare al Paese un segnale di serietà e facendo in modo che l’Italia sia pronta a settembre per gli appuntamenti europei prima dell’election day. È in grado il Governo Conte di fare tutto questo? Ci auguriamo di sì. Temiamo di no.