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R.BRUNETTA (Intervento su ‘Milano Finanza’): “E se la smettessimo di farci del male?”

 

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La Cancelliera tedesca Angela Merkel ha dichiarato, in un’intervista pubblicata oggi dalla Süddeutsche Zeitung, che il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES) è «uno strumento che può essere usato da tutti», ma «non lo abbiamo attivato perché rimanga inutilizzato». Presentando le linee guida per la presidenza tedesca della UE, che inizia il prossimo 1 luglio, la Cancelliera ha anche affermato che è indispensabile che la Germania «non pensi solo a se stessa, ma sia pronta ad un atto straordinario di solidarietà» verso i Paesi come per esempio Italia e Spagna, che sono stati «colpiti in modo violento sul piano economico, sanitario e, a causa del grande numero di vittime, anche emotivo». La Merkel ha riconosciuto, inoltre, che l’aiuto della Germania ai paesi del Sud Europa è anche nello stesso interesse tedesco: «È nell’interesse tedesco avere un forte mercato interno e che l’Unione europea cresca insieme e non si sfaldi», rispolverando il suo vecchio mantra secondo il quale «ciò che è buono per l’Europa, era ed è buono anche per noi».

In una precedente intervista a La Stampa la Merkel aveva dichiarato: “Il fondo di solidarietà, il Recovery Fund, non può risolvere tutti i problemi, ma non averlo rafforzerebbe il problema. Una disoccupazione troppo forte in un Paese può avere un effetto esplosivo. I pericoli per la democrazia sarebbero a quel punto maggiori”. Quindi, ha proseguito la Merkel, “l’Italia pensi ad attivare il Mes”.

Vediamo le risposte del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Il premier ha replicato alle parole della Merkel in occasione della conferenza stampa sul piano per la scuola 2020-21, affermando che il «Sure (fondo europeo contro la disoccupazione) è un percorso che abbiamo attivato, chiederemo di partecipare a questo programma. Rispetto al Mes non è cambiato nulla rispetto alle opinioni della Merkel». “A fare i conti sono io, con il ministro Roberto Gualtieri, i ragionieri dello Stato e i ministri”, è stata la replica di Conte.

Queste le dichiarazioni dei due, Merkel e Conte, al di là delle interpretazioni o delle cattive trascrizioni e titolazioni.

Analizziamole attentamente. Le dichiarazioni della Merkel appaiono ineccepibili, perché veritiere e rappresentano il difficile momento negoziale attuale, con il ruolo della Germania impegnata a trovare una soluzione. Quello che avevamo definito il “momento Merkel” o “momento Hamilton” dell’Europa. Tutti e due i momenti sono da considerarsi rivoluzionari rispetto alla cultura, alla tradizione, alla prassi della Unione Europea fino a ieri. Quindi, giudicare in maniera malevola o provocatoria tali affermazioni, oltre che ingeneroso, appare stupido e masochista. Prendiamo quindi l’affermazione-risposta di Conte. O il nostro Presidente del Consiglio non ha letto con attenzione il testo dell’intervista della Merkel, oppure il suo è da considerarsi un fallo intenzionale, per mettere le mani avanti, per giustificarsi nei confronti della propria maggioranza, che sull’Europa maggioranza non è, e per dare, soprattutto, dei segnali alla sua componente grillina. Tutto questo in un momento delicato come l’attuale, quando l’economia italiana va malissimo, la risposta nostrana alla pandemia mostra tutte le sue falle e contraddizioni, dal momento che siamo gli ultimi in Europa come crescita, tra gli ultimi come deficit e ultimi come debito. Con la credibilità nei confronti delle cancellerie dell’Unione ridotta ai minimi termini: non abbiamo fatto il Piano Nazionale delle Riforme (PNR), il Paese non sta ripartendo, non abbiamo saputo fare i conti (siamo in vista del terzo discostamento), non stiamo rispondendo in nessun modo alle richieste di serietà programmatica che ci vengono dall’Europa. A Settembre, quando dovremo presentare il piano per poter fruire delle risorse del Next Generation UE Fund, saremo in altre faccende affaccendati, in vista delle elezioni regionali e amministrative del 20-21 settembre. Con il grave rischio di non poter neanche accedere al prestito ponte d’autunno, dal momento che non saremo stati in grado di definire con l’Europa nulla o quasi. A questo riguardo, non va dimenticato che l’Italia, ad oggi, rispetto allo spread, è sostenuta unicamente dalla generosità della BCE con i suoi acquisti. Tutto ciò considerato, la risposta del nostro Presidente del Consiglio ci appare sbagliata, fuori luogo, masochistica, poco lucida. E di questo ci dispiace, non tanto per un Governo in stato comatoso, quanto per l’Italia, che da un irrigidimento europeo ha tutto da rimetterci.

Non è questo il modo, presidente Conte, di affrontare l’attuale congiuntura politica ed economica. Lei è ancora in tempo per coinvolgere il Parlamento e le opposizioni in un percorso di responsabilità e di credibilità. Non è scappando dal voto prima dei Consigli europei che si risolvono i problemi. I voti del Parlamento in una democrazia come la nostra danno solo forza. Ci rifletta, signor Presidente del Consiglio.