MES: perché si e perché chi dice di no sbaglia
1. Il “nuovo Mes” (Enhanced Conditions Credit Line (ECCL)) è conveniente: è infatti un prestito ad interesse quasi pari a zero, mentre l’emissione di BTP di durata analoga costerebbe circa un punto e mezzo percentuale in più;
2. Non ha particolari condizionalità se non quella di utilizzare le risorse per spese sanitarie dirette e indirette (nella loro più ampia accezione e con buona pace di Salvini);
3. gli almeno 36-37 miliardi sono disponibili già da subito;
4. il MES finanzierebbe il bilancio sanitario delle Regioni, dopo che il SSN ha subito forti tagli;
5. le risorse così investite rafforzerebbero strutturalmente il SSN, anche nella malaugurata ipotesi di eventuali nuove pandemie;
Questi i principali sì. E’ bene anche confutare alcune posizioni contro il MES.
1. Non è vero che prendendolo il debito italiano diventerebbe “junior”, e quindi più rischioso: il prestito MES (ECCL) ammonterebbe infatti a 37 miliardi contro i 2.500 dello stock di debito (pari all’1,5%).
2. Non è vero che i mercati finanziari stigmatizzerebbero in negativo l’Italia: è vero il contrario, in quanto vedrebbero nel sì al MES la volontà di rafforzare il SSN, come richiesto dall’Europa;
3. Non è vero che il MES potrebbe reintrodurre ex post una clausola di condizionalità macroeconomica draconiana, a discrezione dell’Europa: la Commissione ha escluso categoricamente queste possibilità;
4. Non è vero che l’emissione di bond sovrani (“oro alla patria”) o il QE della BCE sono strumenti sufficienti per finanziare tutte le spese della crisi: politica monetaria e di bilancio sono due facce della stessa medaglia;
5. Non è vero che nessuno ha chiesto il MES: Cipro lo ha fatto e, da quel momento, i rendimenti dei suoi titoli sono scesi. Molti paesi dell’eurozona, avendo rendimenti inferiori al tasso di interesse offerto dal MES, non hanno questa esigenza. Purtroppo non è il caso dell’Italia.