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UE: BRUNETTA, “CRESCITA AL -11,2%, DEBITO AL 170%, DISOCCUPAZIONE AL 12,4%: IL 2020 SI CHIUDERÀ IN UN DISASTRO PER IL NOSTRO PAESE, GRAZIE GOVERNO CONTE”

 

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“Ancora una volta, l’Italia è ultima, tra tutti i paesi dell’Unione Europea, nella classifica di crescita dell’economia. Stando alle ultime stime fornite oggi dalla Commissione Europea nelle sue Previsioni d’estate, infatti, il tasso di crescita del Pil italiano dovrebbe essere pari quest’anno al -11,2%, il dato peggiore dell’intera Eurozona, che in media registrerà una contrazione del -8,1%. La stima è stata quindi rivista al ribasso rispetto a quella di maggio (-9,5%). Anche per quanto riguarda la crescita relativa al 2021, la Commissione ha tagliato la stima al 6,1%, dal precedente 6,5%. Tanto per fare un paragone, la recessione italiana è quasi doppia rispetto a quella della Germania (-6,3%). Il ritorno della crescita ai livelli del 2019 è previsto solo alla fine del 2021.  “Le prospettive di crescita rimangono soggette a rischi al ribasso. Una prolungata recessione del mercato del lavoro una volta scadute le misure di emergenza e la riduzione della fiducia dei consumatori potrebbero frenare la prevista ripresa”, si legge nel documento. Tra gli altri effetti collaterali di questa revisione al ribasso delle stime c’è la revisione, questa volta al rialzo, dei rapporti deficit/Pil e debito/Pil, con il secondo che potrebbe attestarsi quest’anno alla cifra record del 170,0%”.

A lanciare l’allarme occupazione ci ha pensato invece l’OCSE. L’istituzione di Parigi ha infatti stimato che il tasso di disoccupazione italiano potrebbe salire nel 2020 al 12,4%, per poi scendere gradualmente all′11,0% entro la fine del 2021. L’impatto della crisi sull’Italia è stato tra i più forti nei paesi Ocse per i quali sono disponibili dati, con un calo del totale delle ore lavorate del -28,0% nei primi tre mesi della crisi. L’Italia deve “agire rapidamente per aiutare i propri giovani a mantenere un legame con il mercato del lavoro, per esempio riprendendo e rinnovando significativamente il programma Garanzia giovani” scrive l’Ocse consigliando “incentivi all’assunzione, concentrati sui gruppi più vulnerabili, possono contribuire a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro”. “I servizi pubblici e privati per l’impiego – ha proseguito l’Ocse – devono prepararsi a un aumento della domanda dei loro servizi, dotandosi degli strumenti necessari, a partire da un maggiore e migliore uso dei servizi digitali. Programmi di formazione online e offline possono aiutare le persone in cerca di lavoro e i lavoratori in cassa integrazione a trovare lavoro nei settori e nelle occupazioni relativamente più richiesti e a contrastare il rischio di disoccupazione di lungo periodo. Incentivi all’assunzione, concentrati sui gruppi più vulnerabili, possono contribuire a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro”.

Così in una nota Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia.

“Anche la Banca d’Italia ha pubblicato dei dati impietosi sugli effetti che la crisi ha prodotto sulle famiglie italiane.  “Poco meno della metà degli individui – ha scritto Bankitalia – dichiara che prima dell’emergenza sanitaria arrivava alla fine del mese con difficoltà; negli ultimi due mesi, corrispondenti alla fase più rigida delle misure di contenimento dell’epidemia, oltre la metà degli individui dichiara di aver subito una riduzione nel reddito familiare, anche tenendo conto degli eventuali strumenti di sostegno ricevuti; l’impatto è più negativo tra i lavoratori indipendenti: quasi l’80,0% ha subito un calo nel reddito e per il 36,0% la caduta è di oltre la metà del reddito familiare; circa la metà della popolazione si aspetta una riduzione del reddito familiare anche nell’arco dei prossimi 12 mesi, anche se di intensità inferiore a quella degli ultimi due mesi; oltre a un diffuso calo nei redditi, più di un terzo degli individui dichiara di disporre di risorse finanziarie liquide sufficienti per meno di 3 mesi a coprire le spese per consumi essenziali della famiglia in assenza di altre entrate, un periodo compatibile con la durata del lockdown legato all’emergenza Covid-19; quasi il 40,0% degli individui indebitati dichiara di avere difficoltà nel sostenere le rate del mutuo a causa della crisi; solo un terzo di chi è in difficoltà con il pagamento delle rate del mutuo ha fatto ricorso o intende far ricorso alla moratoria mutui”.

La sintesi di tutti questi dati pubblicati oggi sta nel fatto che gli istituti di previsione dipingono una ripresa dalla crisi che avverrà in modo asimmetrico e diseguale, sia tra i vari paesi d’Europa, sia tra le varie fasce della popolazione. L’Italia uscirà peggio degli altri paesi, più in ritardo e le famiglie italiane impiegheranno del tempo prima di tornare a livelli occupazionali e di reddito precedenti alla crisi. Di questo, dovranno ringraziare il Governo Conte, che questa crisi ha gestito male, sempre in ritardo, non agendo subito e tempestivamente nell’economia, attuando una politica di front-loading, consistente nel caricare tutto e subito il deficit. Al contrario, ha voluto far credere che sarebbero bastati soltanto 3,7 miliardi di euro di deficit in più per rimettere l’economia in sesto. Miliardi che poi sono lievitati fino a circa 100, e ancora non sappiamo se sono sufficienti. Il non aver fornito subito la liquidità che famiglie e imprese abbisognavano per via del lockdown ha comportato il disastro macroeconomico che ora è sotto gli occhi di tutti”.