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R.BRUNETTA (Intervento su ‘Il Giornale’): “Rischio casse vuote in autunno: ecco perché il Mes è necessario”

 

Rassegna Il Giornale

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Qualche giorno fa, con una dichiarazione senza precedenti (ancorchè tardivamente smentita), il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha lanciato l’allarme sul rischio di liquidità nel quale rischia di finire l’Italia. Quella dichiarazione è sembrata un modo per mettere le mani avanti, da parte del ministro, quasi a voler giustificare ex ante il suo operato futuro, nel caso la situazione economica e finanziaria del nostro Paese dovesse peggiorare nel prossimo autunno, come ormai buona parte degli analisti e degli investitori internazionali comincia a credere sempre di più. Il ministro Gualtieri, e tutto il Partito Democratico con lui, si sa, è favorevole all’utilizzo di tutti e quattro i pilastri finanziari messi in campo dalla Unione Europea per arginare la crisi: MES, SURE, BEI e NGUE (per un totale di 270-280 miliardi di euro). Al contrario, l’azionista di maggioranza del Governo, il Movimento Cinque Stelle, ha una posizione del tutto contraria a quella del PD, poiché ritiene che l’Italia debba fare il ‘cherry picking’ tra i vari fondi, e richiedere soltanto quelli del NGUE, senza ricorrere in alcun modo agli altri tre.

Il ministro Gualtieri deve essere evidentemente stato informato dai funzionari del suo ministero sullo stato attuale della liquidità presente nel conto di cassa del Tesoro presso la Banca d’Italia, e della possibile difficoltà, per il Tesoro stesso, nel trovare le risorse finanziarie necessarie nei prossimi mesi per far fronte all’enorme aumento di deficit pubblico richiesto per finanziare le spese previste dal totale dei tre scostamenti di bilancio, pari a 100 miliardi di euro. Una volta visti quei dati, ha deciso di lanciare l’allarme, che suona come un atto di accusa implicito ai Cinque Stelle, che colpevolmente, non accettando gli unici fondi europei attualmente a disposizione, quelli del MES, stanno lasciando lo Stato senza soldi.

Ma vediamo più nel dettaglio i dati che hanno allarmato il ministro Gualtieri. Dall’inizio dell’anno, il Tesoro ha collocato sul mercato circa 97 miliardi di euro di titoli in più rispetto al 2019 (353 miliardi nel 2020 contro 256 miliardi nel 2019). Secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle finanze, le necessità di indebitamento lordo nel periodo agosto-dicembre saranno di circa 240-260 miliardi di euro. Una cifra monstre da collocare sul mercato primario. Chi acquisterà tutto questo debito? Al netto della componente di roll-over sui titoli di Stato che giungeranno a scadenza, rimangono altri 100 miliardi di euro di extra indebitamento da finanziare. E qui sorge il problema, perché le uniche risorse comunitarie disponibili subito sono soltanto i 37 miliardi di euro del MES.

Per le altre risorse, quelle del SURE e del NGUE, bisognerà aspettare ancora. Per i fondi SURE, si è ancora in attesa del regolamento attuativo del fondo, e, in ogni caso, è necessario che prima di avere le risorse gli Stati versino delle garanzie per l’indebitamento sul mercato della UE. I fondi del NGUE, invece, non arriveranno prima del giugno 2021, come da accordi raggiunti nell’ultimo Consiglio Europeo.

Al Governo, quindi, non resta soltanto che scegliere tra due alternative: prendere subito i fondi MES e minimizzare il rischio liquidità per lo Stato, oppure non prenderli e sperare che gli investitori nel mercato primario (esclusa quindi la BCE che può acquistare BTP solo sul mercato secondario), acquistino tutti i titoli di stato necessari.

Ovviamente, nel secondo caso, gli acquisti si realizzeranno al rendimento che gli investitori vorranno, senza che il Tesoro abbia alcun potere contrattuale. Ecco perché, dall’analisi di questa situazione, riteniamo che il MES sia la scelta più sicura e ragionevole da fare. Altrimenti, il Movimento Cinque Stelle si dovrà assumere tutta la responsabilità della crisi di liquidità nella quale l’Italia potrebbe finire il prossimo autunno. E non potrà dire che nessuno li aveva avvertiti.