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R.BRUNETTA (Intervista su ‘La Stampa’): “Bonus a tutti in cerca di consenso: è la Conteconomix di Casalino”

 

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Renato Brunetta non salva quasi nulla delle decisioni del governo. Usa la metafora del “treno bloccato in mezzo a una tempesta di neve”: «Si doveva decidere come usare il carbone disponibile e scarso: far ripartire la locomotiva, alimentando la caldaia, cioè le imprese, o riscaldare con le stufette i singoli vagoni e i passeggeri. Si è scelta quest’ultima strada, che è quella sbagliata».

Lei sostiene che queste risorse andassero destinate direttamente alle imprese e non a stimolare la domanda di consumo. Voi dell’opposizione non siete mai contenti perché non siete coinvolti?

«Non siamo mai stati coinvolti nonostante le ripetute sollecitazioni del presidente Mattarella alla coesione politica. Conte ha bruciato inutilmente 100 miliardi: non li ha indirizzati verso l’offerta ma verso la domanda con bonus e provvedimenti assistenziali. Io ho però un cattivo pensiero».

Quale?

«Quando il governo ha visto che i bonus a pioggia e la cassa integrazione del prima decreto Cura Italia avevano un enorme effettivo sul consenso, ha continuato. È un’operazione elettorale. È la Conteconomix in versione Casalino».

Non dà troppo peso al portavoce del premier? Come se al ministero dell’economia sedesse un incompetente.

«Non dico questo. Ma Conte ha capito che la politica parcellizzata e assistenziale crea consenso, addormenta, scalda un po’, ma la locomotiva, cioè le imprese, gli artigiani, i professionisti, non parte. E un fuoco di paglia».

Lo è pure la fiscalità di vantaggio per il sud? Finalmente si proverà a farla, seppur per pochi mesi. Il ministro Gualtieri vuole renderla permanente.

«Appunto, vale tre mesi e non credo che avremo l’ok dall’Europa. Sono d’accordo con Cottarelli: al sud servono infrastrutture e competitività, non misure temporanee. Siamo in un anno sabbatico in cui è possibile fare anche la fiscalità di vantaggio grazie al temporary framework che sospende le regole sugli aiuti di Stato. Ma non potrà essere messa a regime: a metà del 2021 tornano le vecchie regole. Prima di usare il Recovery Fund verranno ripristinate le regole del fiscal compact, della sostenibilità del debito e del deficit».

Non le piace nemmeno la rateizzazione fiscale che vale 6,5 miliardi?

«Abbiamo chiesto la moratoria fiscale fin da marzo. Ma perché non è stata detta fin dall’inizio? Sono mesi che tutto il mondo della produzione, dei servizi e delle professioni è caduto nell’incertezza, nella disperazione e nell’angoscia. Loro arrivano sempre n ritardo».

Per essere più ascoltata Forza Italia dovrebbe entrare in maggioranza.

«Noi proponiamo per il bene del Paese e stiamo all’opposizione. La verità è che questo governo non ascolta nessuno: la Confindustria, il mondo del turismo, i professionisti, gli insegnanti. L’unico che ascolta è il ministro Speranza, il più bravo, di vecchia scuola politica».

L’opposizione ha le armi spuntate e Conte cresce nei consensi.

«Spero che il popolo non si faccia comprare. La paura della pandemia ha portato i cittadini a stringersi attorno al governo ma quando può durare? Da economista e osservatore vedo tanta amarezza, tanto dolore, tanta disperazione in giro».

Non soffriranno i lavoratori che non verranno licenziati.

«Questo blocco impedirà alle aziende di ristrutturarsi. E se non si ristrutturano finiscono per chiudere. Ci voleva la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti ma all’inizio. Ora bisogna mettere carbone nella caldaia della locomotiva altrimenti la scelta è tra il sistema sovietico o la bancarotta con il treno che non è ripartito, bloccato dalla tormenta».