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R.BRUNETTA (Editoriale su ‘Il Riformista’): “Cinque domande al presidente del Consiglio: come pensa di evitare l’assalto alla diligenza?”

 

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Il Governo di Giuseppe Conte sta scherzando col fuoco. Continua con i decreti clientelari dal lato sbagliato del mercato, dal lato della domanda. Solo bonus e prebende per questa o quella categoria, senza curarsi minimamente di far ripartire la locomotiva Italia, dal lato giusto, quello dell’offerta. La proroga dello stato di emergenza fino a metà ottobre, contro il parere di tutti senza spiegazione alcuna. L’unico Governo in Europa ad averlo fatto. Un bruttissimo segnale. Conte non vuole nessun dialogo con le opposizioni, né col Parlamento, né con la società civile, né coi corpi intermedi. Fa tutto da solo con i propri ministri, che si predispongono all’assalto della diligenza delle risorse europee (quasi 300 miliardi).

Ma è proprio convinto presidente Conte che le cancellerie dell’Unione daranno ascolto ad un Governo (di minoranza nel Paese), con al proprio interno forze politiche in continuo litigio tra loro, d’accordo su nulla; è proprio sicuro che le cancellerie europee del Nord avranno un occhio di riguardo verso l’Italia sul Recovery Plan, senza avere in cambio uno straccio di strategia, senza un ordine di priorità? Ecco, vorremmo fare un po’ di domande al presidente del Consiglio, sapendo già che le risposte non dovranno arrivare tanto a noi, quanto, il prima possibile, al Parlamento e, soprattutto, agli italiani.

Prima domanda. Caro presidente del Consiglio Giuseppe Conte, lei è consapevole che, prima di presentare l’Action Plan in Europa, entro il prossimo 15 ottobre, l’Italia dovrà ottemperare in maniera credibile alle regole di disciplina fiscale sulla riduzione del debito e del deficit, come previsto dalla Prima Raccomandazione Paese inviata dalla Commissione Europea lo scorso maggio, che prevede, appunto, un percorso di convergenza della finanza pubblica verso l’obiettivo di medio termine nei prossimi anni? Questo significa sostanzialmente la necessità di cambiare rotta rispetto agli ultimi sei mesi “sabbatici”, per quanto riguarda tanto il Temporary framework sugli aiuti di Stato, quanto sulle regole di convergenza delle finanze pubbliche, appunto, verso l’OMT. È consapevole di tutto questo presidente Conte? Dovrebbe esserlo, dal momento che, anche se in maniera un po’ criptica, tutto questo l’ha già detto il ministro Gualtieri l’altro giorno, parlando della presentazione della Nota di Aggiornamento al Def e della nuova Legge di Bilancio dei prossimi settembre-ottobre, richiamandosi sostanzialmente al ripristino del Patto di stabilità e crescita, e quindi al percorso di azzeramento del deficit in un arco di tempo definito, con comportamenti coerenti. Le richieste europee non comporteranno certamente l’immediata riduzione del debito entro la soglia del 60% del Pil, ma verrà certamente richiesto di tornare sotto la soglia del 100%, entro un determinato numero di anni. In altri termini, la fine della pacchia, come direbbe qualcuno, o dell’anno sabbatico, come direbbe qualcun altro.

Seconda domanda. Lei è consapevole che i 100 miliardi buttati in extra deficit negli ultimi sei mesi non sono un gran biglietto da visita per i paesi cosiddetti frugali del Nord? Come sostiene correttamente Bepi Pezzulli, direttore della think tank Italia Atlantica: “Pensare di poter imporre a Amsterdam, Berlino, Helsinki e Vienna l’onere di finanziare la campagna elettorale di una coalizione oramai minoranza nel Paese è non soltanto sciagurato, ma foriero di ulteriori tensioni internazionali e pregiudizievole alla credibilità dell’Italia nei fora multilaterali”. Peggio, aggiungiamo noi, se ai tavoli europei il Governo si siederà con in mano anziché l’idea di spendere i fondi UE per riforme e infrastrutture, con l’intenzione di usarli tutti in bonus e sussidi: monopattini, baby sitter, bonus ristoranti, cashback, formazione casalinghe e molti altri ancora. Tanti fuochi di paglia che non produrranno alcun aumento di Pil.

Terza domanda. È consapevole che la sua richiesta di indicazione di progetti ai ministeri si risolverà, come teme il Presidente della Repubblica, in un grande assalto alla diligenza, senza criterio alcuno e senza alcuna strategia alla base? Una enorme sfilza di mance e favori diffusi a pioggia, fatti solo per avere più consenso. E se è vero che i 100 miliardi di extra deficit sono stati usati tutti in spesa corrente, c’è da preoccuparsi pensando a come potrebbero essere allocati i quasi 300 miliardi di risorse europee destinate all’Italia per i prossimi anni.

Quarta domanda. Lei è consapevole che il prossimo autunno, oltre che portare le prossime elezioni regionali e il referendum costituzionale, con i suoi vincitori e vinti, ci regalerà la tragicità sociale di un nuovo milione di posti di lavoro perduti, oltre ai 600mila già andati in fumo, con milioni di cittadini a casa, in cassa integrazione, con le imprese che non possono ristrutturarsi per effetto delle norme di proroga contenute nel decreto Agosto?

Infine, quinta domanda. Come mai, signor presidente, dopo la dichiarazione del ministro Gualtieri sul rischio di una carenza di liquidità per il prossimo autunno, lei non ha ritenuto opportuno di fare alcuna smentita? La strana e improvvisa richiesta di quasi 30 miliardi di euro effettuata dal suo Governo per il fondo Sure, quello relativo alle risorse per la cassa integrazione, addirittura più alta dei 20 miliardi destinati all’Italia, e le insolite aste di Btp a medio-lungo termine schedulate ad Agosto (erano 10 anni che non accadeva), sono tutti indizi che lasciano presagire che la “denuncia” fatta e poi smentita dal ministro Gualtieri sia del tutto fondata.

Ecco, queste sono le domande alle quali gradiremmo avere risposta. In Parlamento, signor presidente del Consiglio, senza trucchi e senza inganni. A volere chiarezza siamo in tanti.