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R.BRUNETTA (Intervista a ‘la Repubblica’): “Che pericolo. Il centrodestra non sposi l’anti-politica”

 

RB La repubblica

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Renato Brunetta esordisce con «ho letto una straordinaria e lucidissima riflessione del compagno Mario Tronti che…» e finisce con «per questo faccio un appello a Berlusconi, Salvini e Meloni».

 

Lei voterà no ai taglio dei parlamentari?
«Ho fatto un sogno. Premessa: se vince il sì vincono il MSS e antipolitica, perdono il centrodestra e il centrosinistra insieme».

 

II sogno come continua? 

«Che i leader del centrodestra, comprendendo il rischio enorme per la democrazia parlamentare, oltre al patto anti-inclucio ne facciano un altro per dire “No” al prossimo referendum. Realizzerebbero gioco, partita e incontro. Anche Pd e LeU potrebbero svegliarsi e non accettare un taglio che hanno votato controvoglia».

 

Però tutti, alla fine, hanno detto sì alla legge in Parlamento. Come spiegare questo colpo di scena? 

«Il sì è stato frutto dei ricatti dei 5 Stelle, prima ai danni della Lega nel Conte 1 e poi della sinistra nel Conte 2. Il centrodestra votando No e facendo vincere i No avrebbe in mano una carta fenomenale per dare la spallata al governo Conte, tornare in tempi brevi al voto ammazzando definitivamente il MSS. Capisco il Pd che pensa di rafforzare l’esecutivo del quale fa parte. Ma noi…».

 

Perchè prevale comunque il sì? 

«Per inerzia, per mancanza di coraggio, sperando per pigrizia di assecondare l’onda del momento. Ammesso che l’onda esista».

 

Lei crede che i sì al taglio non siano in realtà così in maggioranza? 

«I 5 Stelle sono un partito morente, questo referendum è il colpo di coda anacronistico di una antipolitica al termine della corsa. L’antipolitica è andata al potere, con tutti i vizi e nessuna virtù. È cambiato il clima. Le persone sono disperate a causa della pandemia, per il proprio posto di lavoro, per la scuola dei figli. In giro non sento tanti presi dalla voglia dl andare a votare sì al referendum».

 

E in Forza Italia? 

«C’è un fiume carsico, la grande maggioranza non è convinta, altri fanno legittimamente campagna per il no. Da tessera n. 2 di FI invito i miei colleghi a una profonda riflessione».

 

Da 1 a 100 quante possibilità ci sono che i leader del centrodestra cambino Idea?
«Se mi metto in testa una cosa sono portato a crederci. Il mio è un sogno di realtà. Mi battei per il No al referendum costituzionale di Renzi, in pochi mi davano credito. Poi mi sono portato dietro il centrodestra e un pezzo di centrosinistra e si è vista com’è andata a finire».

 

La sua potrebbe venire interpretata come una battaglia dl retroguardia, la “casta” che si asserraglia. Non teme questo? 

«La gente vuole la buona politica e si riconosce in Draghi. Quindi no, perché qui stiamo ammazzando il Parlamento senza mettere in campo una vera riforma della Costituzione e del bicameralismo perfetto. Noi del centrodestra dovremmo avere la forza di proporne una realistica al Paese e al centrosinistra, trasformando la prossima legislatura in una legislatura costituente. Alla faccia di Grillo, Casaleggio, la sua piattaforma e il loro insopportabile opportunismo. “No” uguale a gioco, partita, incontro».