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VISCO DOMANI A “IL RIFORMISTA ECONOMIA”: “Contrastare gli effetti del Covid su famiglie e imprese. Usare al meglio le risorse Ue. La crescita abbatte il debito”

 

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VISCO, contrastare effetti covid su famiglie e imprese. Politica monetaria accomodante, sostegno con politiche bilancio 

(ANSA) – ROMA, 04 OTT – Famiglie e imprese vanno ancora difese dalle incertezze provocate dal Coronavirus: “se i rischi di deflazione sono in buona parte rientrati, le condizioni monetarie non potranno che restare accomodanti per lungo tempo. E non dovra’ mancare in tutti i paesi il sostegno delle politiche di bilancio, specie ai settori piu’ colpiti, nella produzione e nell’occupazione, dal calo dei consumi”. E’ quanto afferma il governatore della Banca d’Italia, Ignazio VISCO in un intervento pubblicato su “Il Riformista Economia”. VISCO ricorda che “le misure di politica monetaria adottate dallo scorso marzo sono state fondamentali nell’evitare l’avvitamento dell’economia e scongiurare i rischi di deflazione; stimiamo che, grazie ad esse, la probabilita’ di variazioni negative dei prezzi nei prossimi 5 anni nell’area dell’euro, pari a oltre il 40% nell’ultima settimana di marzo, e’ oggi attorno al 15%”.

 

 

VISCO, usare al meglio risorse Ue. Crescita abbatte il debito. Accelerare transizione digitale e ambientale 

(ANSA) – ROMA, 04 OTT – “Le risorse che l’Unione europea mette oggi a disposizione, anche con la storica decisione di dotarsi di una capacita’ sostanziale di indebitamento comune, vanno utilizzate al meglio per trasformare il contesto economico e sociale, accelerando – come vi e’ ormai generale consapevolezza – la transizione digitale e quella ambientale. Se le risorse saranno ben utilizzate, se ne vedranno frutti anche nelle condizioni di accesso al mercato, con benefici permanenti sul costo del debito pubblico”. E’ quanto afferma il governatore della Banca d’Italia Ignazio VISCO in un intervento pubblicato su “Il Riformista Economia” nel quale scrive che “un programma credibile di riduzione del debito non puo’ che discendere dal graduale ritorno a un sostanziale equilibrio dei conti pubblici; questo richiede un deciso miglioramento del potenziale di crescita da cui anche dipende il definitivo rientro da differenziali di interesse troppo elevati”.

“Investimenti privati volti ad accrescere la produttivita’ delle imprese – scrive VISCO – potranno essere favoriti dall’allocazione di risorse pubbliche in settori ad alto contenuto innovativo, come il completamento della copertura del territorio con rete fissa a banda larga ultraveloce che oggi raggiunge ancora solo una famiglia su quattro (tre su cinque in Europa), con una particolare penalizzazione per il Meridione. Il ritardo nel campo delle tecnologie digitali e’ simile a quello registrato negli anni Novanta per le tecnologie dell’informazione e della comunicazione”. VISCO punta poi l’attenzione sul “basso livello di spesa in ricerca e sviluppo” che “e’ da noi un problema cronico” ma indica come “insufficienti, non solo sul piano quantitativo, gli investimenti nell’istruzione”. “Solo il 28% dei giovani di eta’ compresa tra i 25 e i 34 anni ha un titolo di studio di livello terziario; siamo al penultimo posto fra i paesi OCSE, la cui media e’ ben oltre il 44%, con valori superiori al 60% in Canada, Giappone e Corea del Sud – dice VISCO – L’Italia e’ anche uno dei paesi in cui piu’ alta e’ la percentuale di giovani tra i 15 e i 29 anni che non studiano, non lavorano e non seguono percorsi di formazione (oltre 2 milioni: il 22% della popolazione in questa fascia di eta’, il 33% nel Mezzogiorno). Questo straordinario ritardo nell’accumulazione di capitale umano e’ un vero e proprio spreco di potenzialita’ a livello economico, con conseguenze spesso drammatiche sul piano sociale; non puo’ essere lasciato senza risposta”. “Lo scarso livello di innovazione e istruzione – prosegue VISCO – plasma la struttura del sistema produttivo, estremamente frammentata in Italia, e a sua volta contribuisce a plasmarla. Sono troppo poche le imprese medio-grandi; insufficienti i loro investimenti in ricerca e sviluppo; ampie le carenze sul piano manageriale e poco diffuse le buone prassi gestionali. Un sistema frammentato e specializzato in settori tradizionali non alimenta la domanda di lavoratori con elevata istruzione, finendo per generare un circolo vizioso di bassi salari e modeste opportunita’ di lavoro”.