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R.BRUNETTA (Intervista ad ‘Avvenire’): “Dialogo, Forza Italia fa sul serio. Servono almeno altri 50 miliardi”

 

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«Non c’è tempo da perdere: la sessione di bilancio richiede una gestione condivisa, con un doppio relatore». Renato Brunetta, economista di punta di Forza Italia e gran tessitore del dialogo istituzionale con il governo, rilancia con urgenza la sua vecchia proposta: «Vedo che cresce il consenso intorno a quest’idea», dice l’ex ministro azzurro. «Non sarebbe nemmeno la prima volta», aggiunge, ricordando la legge di Bilancio del 2013 (governo Monti) che lo vide come co-relatore per il Pdl insieme al dem Pier Paolo Baretta.

Si fa sul serio, stavolta? Ci sono davvero i margini per poter gestire un percorso comune nel contrasto della pandemia?

Forza Italia fa sul serio. La proposta avanzata da Antonio Tajani è chiara. La soluzione è obbligata, la impone la crisi in cui siamo dentro a seguito del fallimento delle misure di prevenzione della seconda ondata da parte del governo.

Ci sono anche responsabilità delle Regioni…

Molto minori, la gestione della pandemia è responsabilità del governo. Ma non indugerei più di tanto nell’analisi delle responsabilità del passato. Occorre agire subito, la sessione di bilancio è già in fase inoltrata e intanto sono saltati tutti i parametri che erano stati inseriti a fine settembre nella Nota di aggiornamento al Def. I numeri sono tutti da riscrivere. E non si può continuare a gestire quest’emergenza economica legata all’emergenza sanitaria in un conflitto permanente fra maggioranza e opposizione e fra centro e periferia.

Che soluzione vede?

Ammesso che vengano utilizzate in modo efficiente le risorse già stanziate nei decreti anti-crisi, e conteggiando anche le risorse previste nei due ultimi “decreti-ristori” (pari a circa 8 miliardi) ne occorreranno almeno altri 20 per il 2020 e ulteriori 30/40 per la prima metà del 2021. Oltre ai 23 già votati, il discostamento aggiuntivo quindi dovrebbe essere pari a circa 50/60 miliardi. Cifre da capogiro. Certamente, ma è la metà di quanto abbiamo stanziato per la prima ondata. Occorre ora un grande senso di responsabilità come quello prospettato in tutti i suoi interventi dal presidente Silvio Berlusconi. Serve caricare fin da subito tutte le risorse necessarie per i prossimi 6-8 mesi, fino a quando arriveranno quelle per il Recovery previste dal Next generation Eu. Nell’immediato, quindi, occorrerà accedere a tutte quelle già messe a disposizione (Sure, Bei e soprattutto Mes) che ammontano quasi a 100 miliardi. Prestiti a tasso quasi zero, da non farsi sfuggire. Le risorse ci sono, serve la volontà politica di prenderle e la capacità di spenderle bene per le nostre famiglie, per le nostre imprese. E per mettere in sicurezza strutturalmente la salute degli italiani.

Qual è il luogo in cui questo dialogo operativo e costante potrà svolgersi?

Questo luogo è il Parlamento, naturalmente.

Si è parlato di una capigruppo congiunta Camera-Senato. Potrà funzionare?

I capigruppo gestiscono il calendario dei lavori. Certo una gestione congiunta può essere di aiuto, ma quel che serve è un impegno ad ampio raggio in una commissione Bicamerale, modello Copasir, di dialogo e coordinamento con il governo sia nell’affrontare la crisi pandemica, sia nella gestione degli indirizzi strategici per l’utilizzo al meglio delle risorse europee.

Le altre forze del centrodestra, però, sembrano assumere un atteggiamento diverso. Vi seguiranno in questa vostra apertura o farete da soli?

Il centrodestra è un’alleanza plurale. Noi siamo dentro il Ppe e abbiamo votato per Ursula von der Leyen. Noi siamo europeisti convinti, i nostri alleati sono sovranisti. Ciò detto, in un momento straordinario come questo occorre pensare soprattutto al bene degli italiani.

Non c’è il rischio di scelte diversificate nel centrodestra, come già accaduto sul Mes?

Ad oggi abbiamo votato sempre insieme gli scostamenti di bilancio e abbiamo dimostrato come centrodestra unito un grande senso di responsabilità, anche se le nostre proposte sono state sempre bocciate. II centrodestra è stato capace di questo e sarà capace di tanto altro unitariamente. Sul Mes credo che si sarà l’accordo di tutto il Parlamento. Noi auspichiamo che prevalga il bene del Paese, che è la nostra stella polare. Voglio proprio vedere come si farà a dire di no.