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R.BRUNETTA (Editoriale su ‘Huffington Post’): “FLOP DEL BTP FUTURA. IL SUICIDIO DEI SOVRANISTI MONETARI – E se la smettessimo di farci del male con la politica anti-Mes? Non possiamo trovare da soli le risorse per la pandemia, le famiglie italiane non sono disposte a cedere i risparmi”

 

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Dopo ben cinque giorni è finalmente terminato il collocamento del tanto atteso BTP Futura 2028, il bond sponsorizzato dal Governo e dai sovranisti di casa nostra. Il bond che, nelle intenzioni degli anti-MES e dei sostenitori della teoria del sovranismo monetario (di maggioranza e di opposizione), avrebbe dovuto dimostrare come l’Italia ce la possa fare da sola a trovare tutte le risorse necessarie per finanziare la crisi da pandemia, ricorrendo ai generosi risparmi delle famiglie italiane. Che però non ci sono cascate. Le cose, infatti, non sono andate come nelle intenzioni del Governo.

Infatti, la richiesta complessiva per il titolo è stata pari a soltanto circa 5,71 miliardi di euro, un importo addirittura inferiore di quanto raccolto dal precedente collocamento del BTP Futura 2030, che lo scorso luglio aveva ottenuto richieste totali per circa 6,13 miliardi di euro e che già era stato considerato un mezzo flop.

E così, nelle due tranche di collocamento, il bond “sovranista” non ha raccolto nemmeno 12 miliardi di euro, in ben due settimane di collocamento, richiedendo al Tesoro un impegno di risorse umane non indifferente, per, appunto, tirar su risorse pari a nemmeno un terzo di quelle che si sarebbero potute avere accedendo al prestito MES, pari a 36-37 miliardi di euro, subito disponibile dallo scorso maggio, a tassi prossimi allo zero.

Il flop del BTP Futura è una debacle strategica per gli anti-MES, di maggioranza e di opposizione, e un danno enorme per l’Italia, soprattutto pensando che i proventi del BTP Futura, come spiegato dallo stesso Tesoro, dovevano servire a finanziare le spese sanitarie e ospedaliere della pandemia. Esattamente come quelle del MES, che avrebbero potuto essere richieste e messe a bilancio già la scorsa primavera, ribadiamo a tasso zero o addirittura negativo, mentre per supplire al rifiuto ideologico del MES il Tesoro ha dovuto offrire rendimenti da capogiro e completamente fuori mercato agli investitori italiani (che dovranno poi comunque restituirli quando ci sarà da ripagare il debito). Il danno ormai è fatto, e lo abbiamo pagato tutti noi in termini di mancanza di ospedali, scuole, trasporti relativi e strutture adeguate a far fronte alla nuova ondata. Un danno che pesa come un macigno sulla coscienza di coloro che, ingannando gli italiani, hanno cavalcato una soluzione che si è rivelata un autentico fallimento.

Adesso, l’unica cosa che è possibile fare è quella di accedere, senza ulteriori indugi, al prestito MES, con un voto unanime da parte del Parlamento. Sicuramente è tardi, ma procrastinare ancora, non farebbe nient’altro che acuire un danno già gigantesco, ma che potrebbe diventare catastrofico per il Paese.