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RECOVERY: BRUNETTA, “LA GRANDE OCCASIONE DI RISCRIVERE INSIEME, MAGGIORANZA E OPPOSIZIONE, IL PNRR: ABBIAMO UN MESE DI TEMPO. DOVRÀ ESSERE IL PIANO DELL’ITALIA E NON SOLO DEL GOVERNO (QUALUNQUE ESSO SIA)”

 

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Nella giornata di lunedì 11 u.s., le commissioni Bilancio e Affari Economici del Parlamento europeo hanno votato una nuova versione del “Regolamento” che regola la governance del Recovery Fund, il cosiddetto “Recovery e Resilience Facility” (RRF).

Il testo ora è atteso al voto della plenaria del Parlamento Ue verosimilmente a metà del mese prossimo. Rispetto alla versione precedente, presentata lo scorso 28 Maggio dalla Commissione Europea nel pieno della crisi pandemica, il nuovo testo è significativamente cambiato sotto diversi aspetti: dalla nuova terminologia introdotta, alle nuove “condizionalità macroeconomiche” basate sul rispetto delle regole del Patto di Stabilità e Crescita, soprattutto per quanto riguarda il rispetto della regola del deficit, attualmente sospesa ma che dovrebbe tornare in vigore a partire dal 2022, salvo ulteriori posticipi. E ancora: nuove regole di presentazione dei “Piani nazionali di Resilienza e Riforma” per i governi degli Stati membri e il monitoraggio del processo di attuazione e sospensione dell’erogazione dei fondi in caso di non rispetto delle regole. Infine, i co-legislatori comunitari hanno rivisto le regole di calcolo per l’erogazione dei sussidi a fondo perduto (grants), le cosiddette “key rules”, che saranno basate, tra le altre cose, sul calo del Pil subito dai vari Paesi nel corso degli anni 2020 e 2021. Secondo le stime fatte sulla base delle nuove key rules, utilizzando le previsioni di crescita autunnali 2020 redatte dalla Commissione Europea, al nostro Paese spetterebbero 68,9 miliardi di euro in termini di sussidi a fondo perduto, suddivisi in due quote pari rispettivamente al 70% e al 30%.

Insomma, la modifica del Regolamento si è tradotta in una importante rivisitazione delle regole del gioco, che rendono di fatto largamente superato il vecchio Regolamento, che era stato ovviamente usato come base, tra l’altro, per la scrittura del “Recovery Plan nazionale”, appena votato dal Governo italiano.

Un piano, quindi, quello del Governo, che alla luce delle recenti novità normative europee è di fatto già da riscrivere e da aggiornare.

La nuova versione del PNRR, quella che dovrà essere presentata dal Governo alla Commissione Europea entro il prossimo 30 aprile, deve quindi ancora trovare una sua formulazione definitiva, e questa dovrà avvenire nel rispetto, appunto, delle “nuove linee guida comunitarie”.

Auspicabilmente, questo processo di riscrittura del PNRR, in conformità con il nuovo Regolamento RFF, dovrà essere fatto, fin dai prossimi giorni, in Parlamento, con il coinvolgimento di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, che vogliono partecipare alla stesura di un piano che rappresenterà la base delle riforme e degli investimenti per tutto l’attuale decennio.

Infine, il nuovo Regolamento RFF deve essere ancora approvato in via definitiva, come dicevamo, e lo sarà, probabilmente, attorno alla metà di febbraio in aula a Strasburgo.

Occorre, dunque, nuovamente sincronizzare il lavoro del Governo e del Parlamento per fare le cose per bene: con i contenuti giusti e nei tempi giusti. E il PNRR dovrà essere il Piano dell’Italia e non solo del Governo (qualunque esso sia).