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Legge di (in)Stabilità, Enrico Letta gioca a fare il primo della classe

 

Letta, Italia umiliata dal Pdl

 

 

Non è mai garanzia di sopravvivenza campare avendo troppe certezze. L’instabilità e gli imprevisti possono minare anche le posizioni più consolidate. Chissà se questa consapevolezza ha già raggiunto il Presidente del Consiglio Enrico Letta. Che, da diversi giorni ormai, ostenta ottimismo in ogni circostanza.

Tanto per fare un esempio: convoca un fiume di conferenze stampa sulla Legge di Stabilità ma il testo è evanescente, pura sostanza molecolare.

In una parola: non c’è, non esiste.

E lui che fa? Indice un’altra conferenza stampa per spiegare dettagliatamente cosa contiene il testo della suddetta legge. Che però non c’è ancora. Ma nulla può fermare il nostro Presidente del Consiglio, che vola negli Stati Uniti per incontrare Barack Obama. L’America infatti è sull’orlo della bancarotta ed Enrico Letta ha qualche suggerimento anche per l’inquilino della Casa Bianca.

Del resto, nessuno è profeta in patria, tanto vale mettersi al servizio di chi ha più bisogno.

E mentre il testo della Legge di (in)Stabilità sta per approdare in Parlamento, dove verrà sottoposto ad ulteriori modifiche da parte delle diverse forze politiche, il Presidente del Consiglio dichiara alla stampa statunitense che “siamo fuori dall’emergenza” e che “non è facile raggiungere accordi politici”. Perché lui è uno che sa “cosa significa quando ci sono scontri fra fazioni, partiti e individui”. Ma tutto si supera con un po’ di buonsenso e cauto ottimismo: l’anno prossimo – spiega Letta – ci sarà “un ritorno della crescita”; la cosa indispensabile è “applicare le riforme”. Verrebbe da chiedersi di quali riforme parli, visto che il Pd – che è poi il suo partito – non ne vuole sapere di intervenire su temi come semipresidenzialismo e giustizia, nonostante i moniti europei ad agire in tal senso. Ma tant’è.

Ci dispiace per coloro che si erano illusi: la tanto sbandierata pacificazione tra i due poli resta sulla carta. Un miraggio per il centrodestra, una non – necessità per la sinistra centro.

 

Angelica Stramazzi

TW @AngieStramazzi